Se non è un flop completo poco ci manca. Il cosiddetto Tavolo del programma, allestito alla Camera dall’esploratore Fico, si è sviluppato ieri con tante parole, tante polemiche e senza nulla di scritto. Del programma di governo scritto e dettagliato punto per punto che Renzi ha chiesto alla fine non c’era traccia. Eppure la riunione tra i capigruppo di maggioranza e i tecnici era stata convocata dal presidente Roberto Fico per mettere a punto “un cronoprogramma”, accogliendo così nel suo mandato esplorativo le richieste di Matteo Renzi. Che, però, alle sue richieste non rinuncia. E anzi rimette in campo il Mes trovando subito un debole sostegno del Pd il netto no del M5S. Non sono poi mancati momenti di tensione sul reddito di cittadinanza e sulla governance di Inps e Anpal. In particolare, viene riferito, il M5S si sarebbe opposto alla richiesta di separare il reddito di cittadinanza dalle politiche attive per il lavoro, concedendo soltanto “piccole modifiche” al sussidio istituito nel corso del Governo giallo-verde. Era d’altronde difficile che si potesse risolvere in 24 ore uno stallo che va avanti da un anno. Lo stallo potrà essere sbloccato solo dai leaders dei vari partiti, che ieri non hanno partecipato al Tavolo, perché il vero nodo della questione resta il nome del Presidente del Consiglio e il ricambio da attuare a livello di ministeri chiave come quelli dell’Economia, della Giustizia e della Scuola. I tempi comunque stringono: oggi Fico, che ieri ha solo introdotto i lavori del Tavolo e poi si è defilato, dovrà salire al Colle e riferire a Mattarella se ci sono le condizioni per fare il Governo e se c’è accordo sul nome del Presidente da incaricare. La sensazione è che, sul filo di lana, i partiti della vecchia maggioranza troveranno comunque una quadra. Se così non fosse, Mattarella volgerà lo sguardo verso il piano B, quello che prevede una sorta di Governo istituzionale con a capo un uomo (o più probabilmente una donna) del Presidente.