La Calabria senza lavoro scende in piazza. Sit-in di protesta dei tirocinanti calabresi, ieri mattina, davanti alla Prefettura di Catanzaro. Un centinaio di lavoratori che prestano servizio in enti pubblici e privati e in articolazioni periferiche di ministeri come Giustizia, Miur e Mibact, è sceso in piazza per chiedere al governo nazionale e a quello regionale certezze sul loro futuro professionale e per denunciare la perdurante mancanza di contrattualizzazione e basse retribuzioni. La vertenza, in tutta la Calabria, riguarda circa 7.000 persone. E i lavoratori di Almaviva Spa hanno manifestato, ieri mattina, anche a Cosenza, come in altre città, con un sit-in che si è tenuto in piazza 11 Settembre, promosso dai sindacati. Chiedono l’intervento delle istituzioni per convincere l’azienda a ricomporre il tavolo del confronto e a riprendere le trattative sul ridimensionamento del contratto integrativo, che riguarda circa 3000 lavoratori. Le nuove norme, dicono i lavoratori, prevedono l’aumento dell’orario di lavoro e la diminuzione del salario. Eppure l’azienda registrerebbe degli utili. Intanto dopo la manifestazione tenutasi martedì 6 aprile, una nutrita delegazione di commercianti reggini tornerà in Piazza per chiedere la riapertura delle attività su iniziativa del Comitato ‘Commercianti Reggini’ ‘Bianco è libertà’ il nome dato alla manifestazione che vedrà la partecipazione di oltre 100 commercianti reggini, decisi a unirsi in un momento di estrema difficoltà e sofferenza. Numerose le categorie di appartenenza che hanno aderito all’iniziativa in programma per oggi, unica invece la richiesta alle istituzioni, in particolar modo Governo regionale e al Governo nazionale: immediata riapertura delle attività che possono rispettare le disposizioni normative in materia di prevenzione da contagio Covid-19 e al contempo ristori e sostegni economici importanti nei confronti di tutti gli imprenditori messi in ginocchio dalla pandemia.