La variante Delta del coronavirus, precedentemente chiamata “indiana”, è la “più rapida” a diffondersi e potrebbe approfittare dell’allentamento delle restrizioni in molti Paesi per espandersi: è l’allarme che ha lanciato lunedì scorso in conferenza stampa il capo dell’unità tecnica anti-Covid dell’Oms, Maria Van Kherkove. “Questa variante -ha sottolineato Van Kherkove- ci preoccupa molto e circola già in 92 Paesi. Ora ha l’opportunità di trasmettersi con l’aumento della socializzazione, se l’allentamento delle restrizioni avviene troppo in fretta”. Un timore che purtroppo i numeri stanno confermando. Negli Usa la variante rappresenta ormai il 20% dei nuovi casi Covid e la sua prevalenza è raddoppiata nelle ultime due settimane, hanno spiegato le autorità sanitarie del Paese. La situazione in Europa è altrettanto preoccupante nonostante il numero crescente di vaccinati. Evidenziando che la variante “è del 40-60% più trasmissibile” rispetto a quella più comune in circolazione, il Centro europeo di prevenzione e controllo delle malattie (Ecdc) ha spiegato che si prevede che “entro fine agosto il 90% delle nuove infezioni nell’Ue da Sars-CoV-2 sarà dovuto a questa variante”. L’Ecdc ha aggiunto che la variante Delta “può essere associata a un rischio maggiore di ospedalizzazione”. Il Paese più colpito del Vecchio Continente è il Regno Unito dove la variante Delta rappresenta ormai oltre il 90% di tutti i nuovi casi giornalieri.