I militari della Guardia di finanza di Crotone hanno eseguito mercoledì mattina cinque ordinanze di custodia cautelare, due in carcere e tre ai domiciliari, nei confronti di altrettante persone accusate usura, estorsione e abusivismo finanziario. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Catanzaro Francesco Vittorio Rinaldi su richiesta della Procura distrettuale antimafia diretta da Nicola Gratteri. L’indagine, condotta dai sostituti della Dda Paolo Sirleo e Domenico Guarascio, coinvolge complessivamente 12 persone. Le misure restrittive, eseguite dalle fiamme gialle nel corso dell’operazione denominata Turòs, riguardano Giuseppe Turrà, 51enne di Cutro, imprenditore agricolo, e Domenico Grande, 42enne di Cutro, commerciante al dettaglio, entrambi finiti in carcere; ai domiciliari sono finiti Antonio Grande, 68 anni, di Crotone, piccolo imprenditore agricolo; Salvatore Lorenzano, 43 anni, di Cutro, dipendente presso cantieri edili, e Antono Franco, 45 anni, di Isola Capo Rizzuto, dipendente di una cooperativa di pesca. I finanzieri inoltre hanno sottoposto a sequestro un appartamento, un’imbarcazione e depositi bancari per un valore di oltre 130 mila euro, riconducibili a Giuseppe Turrà. Le indagini, eseguite anche mediante captazioni telefoniche, video e ambientali, hanno consentito di far luce su una diffusa pratica di concessione di presiti di denaro, esistente, quantomeno dal 2012, nel territorio compreso tra i comuni di Cutro e Isola nel crotonese e quelli di Botricello e Belcastro nella provincia di Catanzaro. Una attività che ha proliferato approfittando delle difficoltà del contesto economico del territorio per poi trasformarsi in pratica usuraia. È in tale contesto che hanno operato gli indagati, i quali, come ricostruito dalla Fiamme Gialle, nonostante l’avvedutezza degli stessi nell’interloquire con i propri debitori attraverso l’utilizzo di termini criptici e codificati, hanno concesso prestiti usurari per oltre 100 mila euro a cinque piccoli imprenditori locali (operanti nel settore edile e nel commercio al dettaglio) in stato di difficoltà economica, applicando un tasso d’interesse annuo variabile tra il 30 e il 120% e ottenendo, anche attraverso minacce e pressioni psicologiche, vantaggi economici per oltre 75 mila euro. Ad esempio, a fronte di un prestito di 5 mila euro, erogato nel 2013, sono stati corrisposti, nell’arco di 5 anni, interessi per 30 mila euro. In uno dei casi di usura accertati, relativo a un prestito di 70 mila euro a favore di un imprenditore edile di Cutro, i finanzieri crotonesi hanno accertato che l’usuraio, per ottenere la restituzione del capitale e degli interessi, si sarebbe avvalso della collaborazione di appartenenti alla cosca Grande Aracri.