Gli imprenditori Eugenio e Sebastiano Sgromo sarebbero “un punto di riferimento per la cosca Iannazzo di Lamezia Terme”, al punto da “subappaltare i lavori a imprese della cosca”. L’analisi della Guardia di finanza che ha portato a termine l’operazione “Brooklyn” sulla gestione di due importanti appalti pubblici, la manutenzione del ponte “Morandi” di Catanzaro e della superstrada dei “Due Mari” tra Catanzaro e Lamezia Terme, parte da questo assunto emerso dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, ma anche da una serie di attività di inchiesta già note sia attraverso l’operazione “Basso Profilo” che con la maxi inchiesta “Rinascia Scott”.
Secondo il collaboratore di giustizia Gennaro Pulice, persino i lavori nell’aeroporto di Lamezia Terme sarebbero stati subappaltati alle ditte della cosca, insieme a diverse altre opere pubbliche effettuate nel comprensorio del Lametino.
Pulice ribadisce che i fratelli Sgromo sono “persone da noi considerate intranee alla cosca e non persone da sottoporre a danneggiamenti”. Ma il nome dell’impresa Sgromo era emerso sin dal 2012 nell’ambito dell’operazione “Imponimento” che faceva esplicito riferimento alla ditta quale fornitrice di calcestruzzo imposta dalle cosche, come evidenziato all’epoca dal collaboratore di giustizia Francesco Michienzi. Altra testimonianza è quella del collaboratore di giustizia Salvatore Danieli, secondo il quale i fratelli Sgromo sarebbero imprenditori “amici”. Secondo il Gip Paola Ciriaco, “non vi sono dubbi circa il fatto che le imprese dei fratelli Sgromo, ed in questo caso la Tank srl, di cui essi sono effettivi amministratori, venga utilizzata anche al fine di agevolare le cosche della zona, provvedendo essi a subappaltare parte dei lavori legittimamente aggiudicati grazie alla fittizia intestazione ad altri soggetti”.
Gli inquirenti collegano, inoltre, la ditta Sgromo all’imprenditore Antonio Gallo, arrestato nell’ambito dell’operazione “Basso Profilo” contro le cosche della ‘ndrangheta che avrebbero gestito affari e rapporti politici nei territori a cavallo tra le province di Catanzaro e Crotone. Secondo gli inquirenti, dunque, emergerebbe come la “Sgromo Costruzioni risulti inserita tra le società che effettuavano dei pagamenti in favore di cartiere, da cui poi venivano prelevati e restituiti in contanti”. Il nome dell’azienda sarebbe stato, infatti, ritrovato in una agenda sequestrata nell’ambito dell’inchiesta “Basso Profilo” che ha portato anche alla ricostruzione di alcuni movimenti bancari. Intanto “in relazione alle indagini sui lavori di manutenzione del ponte Morandi e della galleria Sansisato sulla Statale 280 “dei due Mari” a Catanzaro, che hanno portato al sequestro con facoltà d’uso delle opere e all’emissione di misure cautelari, Anas sta fornendo tutta la necessaria collaborazione alle Autorità inquirenti”. Lo fa presente, attraverso un comunicato, l’azienda delle strade.”Anas – continua la nota – conferma la sicurezza statica delle opere, poiché il sequestro riguarda il risanamento di alcune porzioni delle infrastrutture, senza impatto per la viabilità. Entrambe le opere sono aperte al traffico”. Sempre l’Anas, in relazione alle indagini sui lavori di manutenzione del ponte Morandi e della galleria Sansinato sulla Statale 280 “dei due Mari” a Catanzaro, è stata nominata dalla magistratura custode giudiziario delle opere “al fine di garantire il corretto mantenimento delle stesse per le ulteriori verifiche da parte dell’Autorità giudiziaria e assicurare la continuità nell’uso delle opere aperte al traffico”. Lo comunica la stessa azienda delle strade.
Tra gli arrestati il finanziere che avrebbe garantito informazioni riservate
Un militare infedele che avrebbe garantito informazioni riservate, ma capace anche di condizionare alcune informative giudiziarie. Questo il ruolo che gli atti dell’operazione “Brooklyn”, portata a termine dalla Guardia di finanza di Catanzaro, assegnano a Michele Marinaro, finanziere prima in servizio alla Dia di Catanzaro e poi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri-servizio informazione, nell’ambito dell’inchiesta che ha fatto emergere la gestione irregolare di alcuni appalti pubblici e i condizionamenti della ‘ndrangheta. Il militare era già stato coinvolto nell’operazione “Rinascita Scott” e ieri è finito sotto accusa per rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, corruzione giudiziaria, aggravate dall’avere agevolato un’organizzazione criminale. Marinaro, scrive il Gip, si sarebbe messo “a disposizione di Sgromo Eugenio” ottenendo “in cambio di utilità sia di contenuto economico che di altro contenuto”, compreso il suo passaggio alle dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri servizi di informazione che sarebbe avvenuto “per il tramite dell’interessamento dell’on. Ferdinando Aiello”, all’epoca deputato del Partito Democratico.
Il tutto sarebbe maturato per ricambiare un importante favore che i fratelli Sgromo avrebbero ricevuto dallo stesso Marinaro. Il sottufficiale avrebbe, infatti, proposto al magistrato titolare di un’indagine di riqualificare il delitto contestato ai due imprenditori da associazione per delinquere di stampo mafioso a favoreggiamento aggravato dalle modalità mafiose, mentre, con una ulteriore delega di indagine, l’ispettore avrebbe evidenziato allo stesso magistrato l’insussistenza anche del favoreggiamento. Riguardo al ruolo del parlamentare, il Gip rileva anche che quando questi non fu rieletto, il finanziere, che sperava nel suo sostegno per essere trasferito da Reggio Calabria a Catanzaro, temeva di non riuscire nel suo intento.