Il Comune di Reggio Calabria non si è costituito parte civile nel Processo Miramare (concluso con la condanna in primo grado, per il reato di abuso d’ufficio, per il sindaco Giuseppe Falcomatà e molti esponenti della giunta del primo mandato), gli amministratori coinvolti non si sono dimessi né hanno dichiarato di rinunciare alla eventuale prescrizione. Sono queste le tre violazioni del Codice Etico di Avviso Pubblico denunciate dal movimento politico “Reggio Futura” che stamani ha indetto una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il presidente Italo Palmara e il vicepresidente Emanuele Genovese.
Il 14 giugno 2016, con 17 voti favorevoli e 7 voti contrari, il Consiglio comunale ha approvato il codice etico di Avviso Pubblico, che lo stesso Falcomatà appena insediato nel 2014 aveva definito “la stella polare” della sua amministrazione dicendosi rammaricato del fatto che “debba esistere un codice etico che vincola gli amministratori” a tenere un determinato comportamento perché invece “dovrebbe essere nell’animo di ognuno di noi che fa politica ottemperare a questo tipo di azioni”.
Genovese ha citato l’articolo 21 del Codice etico sottolineando come l’Amministrazione comunale avrebbe dovuto senza indugio “promuovere la costituzione di parte civile della propria amministrazione nel relativo processo”. Nello stesso articolo del codice è previsto anche che “in caso di condanna non definitiva per reati cui la legge associ la sospensione della carica (e questo è il caso che riguarda Falcomatà), l’amministratore si impegna ad aderire spontaneamente e senza ritardi” alle medesime prescrizioni previste per il caso di condanna definitiva, ossia a dimettersi. Infine sempre all’articolo 21 si legge che “in caso decorrano i termini di prescrizione nel corso del corrispondente procedimento giudiziario, l’amministratore deve rinunziarvi”.
Palmara ha tracciato un parallelismo tra Falcomatà e le “precedenti amministrazioni” sottolineando che l’allora sindaco Demi Arena non esitò nella costituzione di parte civile contro l’amico e collega di partito, l’ex sindaco e governatore Giuseppe Scopelliti, il quale a sua volta si dimise per effetto della Legge Severino mentre Falcomatà ha già annunciato di voler fare ricorso. Citando l’articolo 22 del codice di Avviso Pubblico (“in caso di ritardo o inerzia dei soggetti sopraindicati nell’assumere le misure previste dal Codice in caso di inadempimento, i gruppi politici in Consiglio, i cittadini e i portatori di interessi sollecitano gli amministratori al rispetto delle corrispondenti disposizioni”), Palmara ha rivolto un appello a tutti gli schieramenti politici e infine si è detto curioso di conoscere che posizione prenderanno l’Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani che ha assegnato a Falcomatà la delega alla Legalità; l’associazione “Libera” (un suo referente territoriale il 20 novembre 2014 sedeva al tavolo della conferenza stampa in cui Falcomatà ha annunciato l’adesione ad Avviso Pubblico) e soprattutto “Reggio non tace”. «Smentirà i maligni – ha affermato Palmara riferendosi a quest’ultima associazione – che ne criticano la faziosità politica e si unirà alla richiesta di dimissioni a Falcomatà, o tacerà?».