Sono riprese regolarmente, lunedì mattina, nel liceo “Valentini-Majorana” di Castrolibero (Cosenza) le lezioni, interrotte, con l’occupazione della scuola, il 3 febbraio scorso, dopo che alcune studentesse avevano denunciato molestie da parte di un insegnante. La Procura di Cosenza, dopo alcune denunce presentate alle forze dell’ordine, ha avviato un’inchiesta e ha già sentito sia le denuncianti che alcune persone informate dei fatti. La scuola è stata anche oggetto di una lunga ispezione ministeriale e al momento non ha un dirigente, visto che la preside risulta in malattia. L’Ufficio scolastico regionale dovrà individuare un reggente, come previsto dal bando che è stato emanato nei giorni scorsi. Venrrdì, a Cosenza, i ragazzi della scuola di Castrolibero, supportati da ragazzi di altri istituti, avevano dato vita a una manifestazione con un corteo a cui ha preso parte un migliaio di persone.
Gli studenti hanno anche scritto una lettera aperta per scusarsi di alcuni danni che sono stati arrecati alle strutture scolastiche nel corso dell’occupazione. “E’ un misto fra senso di responsabilità e rammarico – scrivono i ragazzi – quello che noi studenti del Valentini-Majorana avvertiamo in questo momento. Non rifuggiamo le nostre colpe, anzi le affrontiamo e ce ne prendiamo la totale responsabilità. Ci scusiamo, anche se non è abbastanza, con il personale ATA, persone, lavoratori che ci sono stati particolarmente vicini questi giorni e che potrebbero essere i nostri genitori”.
“Apprese le deplorevoli notizie su come la nostra scuola fosse stata ridotta, la nostra prima reazione – si legge ancora – è stata quella di offrirci di pulire, rimediare a un danno che, seppur si potrebbe conoscere chi lo ha commesso grazie al sistema di videosorveglianza, avvertiamo come una nostra mancanza. Non siamo riusciti a difendere la struttura che dopo quindici giorni riusciamo sinceramente a definire davvero la nostra seconda casa. Siamo però anche rammaricati, quasi offesi, che qualcuno abbia avuto l’ardire di dire che questa brutta faccenda getta un’ombra sulle vicende per cui protestiamo, – scrivono, tra l’altro, gli studenti – come se i danni sulla psiche inflitti dalle molestie fossero pulibili o riparabili”.