Sono 1903 i profughi provenienti dall’Ucraina registrati in Calabria. Lo comunica la Regione in base ai dati forniti dalle questure. Quelli giunti in provincia di Catanzaro sono 243; in quella di Cosenza 683; a Crotone 380; a Reggio Calabria 397; a Vibo Valentia 200. Numeri in fase di aggiornamento -si fa rilevare- e che sono destinati ad aumentare con l’aumento delle tensioni derivanti dal conflitto nell’Est Europa.
“La Calabria -spiega una nota della Regione- sta fronteggiando al meglio l’emergenza Ucraina, mettendo in campo l’enorme macchina istituzionale della solidarietà: risorse, energie e professionalità a disposizione di chi versa in condizioni di estrema difficoltà. Sta lavorando a ritmo serrato – l’unità di crisi regionale, istituita con ordinanza del commissario delegato all’emergenza, individuato nel presidente Occhiuto, lo scorso 14 marzo, per gestire i flussi in entrata nel nostro Paese a causa del conflitto russo-ucraino. “Gestire l’accoglienza e l’assistenza sanitaria dei cittadini ucraini – si legge – resta tuttavia un impegno gravoso che sta assumendo connotati sempre più complessi col passare delle ore. Al fine di garantire l’eventuale ospitalità dei profughi ucraini, qualora non fossero sufficienti i posti messi a disposizione dai centri di accoglienza e integrazione, i tecnici della Protezione civile, d’intesa con l’unità di crisi, hanno già effettuato sopralluoghi per verificare l’adeguatezza di tre immobili dislocati a Crotone, Gambarie e Vibo Valentia che presentano una capienza complessiva di circa 300 posti, messi a disposizione gratuitamente dall’Inps. Oltre a questo, si è già provveduto a stipulare una convenzione con Federalberghi Calabria per l’individuazione di strutture dedicate che eventualmente saranno attivate secondo le necessità di ospitalità. E’ stata chiesta anche la messa a disposizione, da parte del Ministero della Difesa, di alcune strutture localizzate nella provincia di Cosenza e già impiegate, nei mesi scorsi, nella gestione dei profughi provenienti dall’Afghanistan. Nel frattempo, il Dipartimento regionale Istruzione ha già attivato risorse per il reperimento di mediatori culturali e psicologi da mettere a disposizione degli Istituti scolastici per l’integrazione dei rifugiati. Per quest’ultima procedura è in corso la manifestazione d’interesse con cui gli istituti aderiranno all’iniziativa promossa dal vicepresidente con delega all’Istruzione, Giusi Princi. Attraverso l’ufficio scolastico regionale, verranno intraprese specifiche azioni di formazione per gli adulti mediante i Cpia (Centri Provinciali Istruzioni Adulti). L’Unità di crisi regionale, coordinata da Agostino Miozzo, consulente del presidente della Regione Calabria in materia sanitaria e di protezione civile, è composta da Giusi Princi, vice presidente della Giunta regionale; Tilde Minasi, assessore della Giunta regionale alle Politiche sociali; Fortunato Varone, dirigente generale del Dipartimento Protezione civile della Regione Calabria, in qualità di soggetto attuatore delle attività del Commissario delegato; Iole Fantozzi, dirigente generale del Dipartimento Tutela della salute e Servizi socio sanitari della Regione Calabria; Roberto Cosentino, dirigente generale del Dipartimento Lavoro e Welfare della Regione Calabria; Claudio Moroni, dirigente generale del Dipartimento Infrastrutture e Lavori pubblici della Regione Calabria; Domenico Costarella, componente della Struttura del presidente della Giunta regionale; Valeria Richichi, viceprefetto aggiunto della Prefettura di Catanzaro; Franco Candia, segretario dell’Anci Calabria. “L’Unità di crisi -puntualizza la Regione- è istituita senza ulteriori oneri a carico della finanza pubblica”.