E’ contrariato Andrea Tripodi, sindaco di San Ferdinando, paese dell’area di Goia Tauro sul cui territorio si estende in buona parte il porto e dove dovrebbe sorgere il rigassificatore di cui si parla alla luce della crisi energetica legata alla guerra in Ucraina. Un’ipotesi non nuova, già prospettata in passato. Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, parlando in Consiglio regionale, ha informato l’assemblea dei passi compiuti in direzione della realizzazione dell’impianto dopo i contatti con Sorgenia e Cassa Depositi e Prestiti. Tripodi si aspettava di essere consultato. “Ci vorranno 3-5 anni, non lo vedrà questo governo regionale, ma il rigassificatore – ha spiegato Occhiuto – significa 1,3 o 1,8 miliardi di investimenti per la Calabria, significa fare della nostra regione un hub che produce un un terzo dell’energia oggi importata dalla Russia”.
Il sindaco Tripodi, conversando con l’AGI, esprime, però, le sue riserve sul metodo e sul merito. “Ha stabilito tutto Occhiuto, d’imperio, – dice – senza aver consultato nessuno, forte di una decisione del 2014 quando qui, a San Ferdinado, ma anche a Gioia Tauro e Rosarno, c’era un commissione prefettizia dopo lo scioglimento per mafia dei tre Comuni. Occhiuto ha deciso la realizzazione del rigassificatore nel nostro territorio. E’ una decisione – dice il sindaco – che non condivido, rispetto alla quale coltivo perplessità fondate che non sono soltanto mie, sia perché siamo una sona sismica di primo grado, essendoci proprio nella zona del porto zone di subduzione, sia perché ci troviamo di fronte a uno scalo marittimo che per le sue caratteristiche è uno dei più importanti del Mediterraneo. E’ un porto che deve attrezzarsi ulteriormente per poter competere sul teatro internazionale”. La presenza del rigassificatore, dice Tripodi, comprometterebbe la sua espansione. “Non sono cose – osserva – che può decidere un sindaco con conoscenze limitate su queste problematiche. Lo stato si deve porre in termini diservizio nei confronti delle comunità locali che hanno delle potenzialità riguardanti tutta la piana di Gioia Tauro e la Calabria e, data l’importanze del porto, l’intero Mezzogiorno. Per questo ci sarebbe bisogno di una riflessione molto più ampia e articolata. Non ci sottraiamo ripetto alle esigenze dovute alle mutate esigenze geopolitiche, però vogliamo discutere con serietà, in modo saggio, e anche lungimirante. Non si devono prendere queste posizioni d’imperio”.