“Quando è iniziata la legislatura, e lo ripeto ancora una volta, nel contratto di programma Anas, la SS 106, al netto del Megalotto 3, era destinata esclusivamente ad una revisione del tracciato esistente, quindi una messa in sicurezza con la sola previsione di varianti a livello dei centri abitati che, tuttora, la strada attraversa dall’epoca della sua costruzione con tutti i rischi che ciò comporta per la sicurezza stradale. Oggi finalmente abbiamo una nuova prospettiva e lo dimostra la rinnovata attenzione che il ministero sta focalizzando sull’intero percorso, frutto di un impegno costante nel tenere accesi i fari su una tematica così delicata”. Lo afferma la deputata del M5S Elisabetta Barbuto dopo un un incontro con il Capo della Struttura Tecnica di Missione del Ministero dei Trasporti e della Mobilità sostenibile, Giuseppe Catalano. “E’ evidente, infatti e da sempre, che il solo megalotto 3 altro -prosegue- non fosse se non un deviatoio del traffico proveniente dalla dorsale adriatica verso la dorsale tirrenica mentre il resto del tracciato era destinato a rimanere invariato salvo qualche operazione di maquillage all’esistente -prosegue la deputata- mentre oggi la prospettiva è notevolmente cambiata e, finalmente, si punta di nuovo ad una strada di categoria B per tutto il percorso anche perché, al di là delle valutazioni sui dati del traffico occorre, lo abbiamo sempre sostenuto, una seria valutazione sull’impatto che il territorio potrà avere dal punto di vista sociale ed economico. Ma soprattutto la prospettiva appare cambiata anche grazie alla modalità di interazione e condivisione che le comunità hanno dimostrato concretamente tra di loro, per primi i comuni interessati al tracciato che da Crotone porta a Catanzaro, modalità che è risultata vincente tanto è vero che il tracciato in questione, oltre a godere della sospensione del dibattito pubblico proprio perché condiviso dai territori, è stato considerato opera bandiera e finanziato nel primo tratto con delibera Cipess dello scorso mese di febbraio”. L’auspicio della parlamentare è che questo modello “venga replicato per tutta la SS 106 cercando di superare le logiche campanilistiche che ci hanno sempre penalizzato e le becere e strumentali polemiche. Lo dobbiamo -conclude- ai tanti, troppi, martiri della strada della morte”.