Sfiorano i 9 milioni (8.896.929) gli elettori chiamati alle elezioni amministrative che si terranno il prossimo 12 giugno, per un totale di 978 comuni. Una percentuale pari al 12,4% dei complessivi 7.904 comuni. Si voterà in 142 comuni superiori a 15mila abitanti e 836 pari o inferiori ai 15mila abitanti. Tra i 142 comuni ci sono 26 capoluoghi di provincia, quattro dei quali anche capoluoghi di Regione: Catanzaro, Genova, L’Aquila e Palermo. Quest’ultimo è il comune più grande che andrà al voto, con 657.561 abitanti e anche il maggior numero di elettori, 552.240 mentre Argentera, in provincia di Cuneo, è il comune col minor numero di elettori 67 e un solo candidato sindaco. La Lombardia è la regione con il maggior numero di comuni alle urne, 128. In palio ci sono oltre oltre 12.600 posti da consigliere e appunto quasi mille scranni da sindaco. Sono 26 i capoluoghi: 4 di Regione e 22 di Provincia. Sessantotto tra i Comuni chiamati a rinnovare le Giunte andranno al voto per ragioni diverse dalla scadenza naturale del mandato: dimissioni dei sindaci o voto di sfiducia. Tra i capoluoghi, 16 sono governati dal centrodestra (Alessandria, Asti, Catanzaro, Como, Frosinone, Genova, Gorizia, L’Aquila, La Spezia, Lodi, Monza, Oristano, Piacenza, Pistoia, Rieti e Verona), 4 dal centrosinistra (Cuneo, Lucca, Padova e Palermo), 2 da coalizioni civiche (Belluno e Parma), mentre 4 sono quelli commissariati (Barletta e Taranto dopo un voto di sfiducia, Messina e Viterbo a causa delle dimissioni del sindaco). Sette tra i sindaci uscenti dei capoluoghi non hanno potuto ricandidarsi perchè già in carica per due mandati consecutivi, mentre 14 primi cittadini al primo mandato hanno chiesto di nuovo la fiducia dei propri concittadini (inclusi i sindaci di Barletta e Taranto che sono stati sfiduciati dal Consiglio comunale).