” Sono stati anni difficili, durante i quali un presidio ospedaliero importante ed un intero territorio sono stati sprovvisti di un servizio salvavita come quello dell’Unità di terapia intensiva coronarica (Utic). Dopo tanto lavoro, spesso silente, soprattutto di supporto istituzionale e spesso di pungolo nei confronti dei vari attori coinvolti, finalmente, domenica 12 giugno, alle 10.30, riaprirà l’Utic, l’unità di terapia intensiva coronarica dello spoke di Corigliano Rossano”. Lo afferma, una nota, il sindaco della città Flavio Stasi. “Quando mi sono insediato, e oggi sono tre anni dal mio ingresso in Comune – prosegue Stasi – le notizie di stampa sul reparto di Cardiologia del Giannettasio ne paventavano praticamente la chiusura: prima abbiamo lavorato per far trasferire il reparto in un luogo più idoneo, senza però poter riattivare l’unità di terapia intensiva coronarica; poi abbiamo lavorato ad attivare i lavori per l’Utic. Nel frattempo, con l’allora Commissario Bettellini, ho chiesto che a coordinare il reparto sia Giovanni Bisignani, dopo il gran lavoro che ha fatto e continua a fare nello Spoke Castrovillari”. “Da allora la Cardiologia di Corigliano-Rossano ha raggiunto – sostiene ancora il sindaco – un risultato dopo l’altro. Domenica ci sarà il penultimo passaggio: dopo quasi tre anni in cui sono state decine le visite ai lavori, gli ostacoli superati, i supporti anche del Comune per accelerare le opere. Dalla chiusura alla rinascita. Per questo traguardo ovviamente devo ringraziare tutti i commissari che si sono susseguiti, perché ognuno ha messo un tassello: Zuccatelli, Bettellini, La Regina, Graziano e l’ex direttore sanitario Martino Rizzo”. “Ma soprattutto devo ringraziare, è giusto che la città lo sappia – sottolinea Stasi – chi ha davvero creduto, con me, a questo cambio di rotta lavorandoci con giornaliera costanza, per tenere sotto controllo i lavori sbloccare qualche procedura burocratica: Giovanni Bisignani, già coordinatore del reparto e Natale Straface, dirigente del Uoc di Pronto Soccorso. Ora non c’è che augurare buon lavoro all’intero reparto”.