REGGIO CALABRIA/ Un consigliere comunale, Girolamo Paladino, ai domiciliari per concorso esterno in associazione mafiosa ed il sindaco, Pasqualino Ciccone, indagato per scambio elettorale politico-mafioso. A Scilla è scattata all’alba l’operazione “Nuova linea” condotta dai carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Reggio Calabria contro la cosca Nasone-Gaietti. Sono stati eseguiti, complessivamente, 22 arresti disposti dal Gip distrettuale, Sabato Abagnale, su richiesta del Procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri e dei sostituti procuratori Walter Ignazitto, Nicola De Caria e Diego Capece Minutolo. In carcere 18 delle 22 persone coinvolte nell’operazione. E tra queste il boss Giuseppe Fulco, accusato di avere gestito gli “affari” del gruppo criminale con l’avallo della cosca gerarchicamente superiore degli Alvaro di Sinopoli. Fulco è il nipote del defunto Giuseppe Nasone, indicato come il capo storico dell’omonimo gruppo criminale. Per quattro indagati sono stati disposti, invece, gli arresti domiciliari: e, tra questi, c’è il consigliere Paladino, di 54 anni, che, secondo i pm, è stato sostenuto alle amministrative del 2020 dalla cosca di ‘ndrangheta Nasone Gaietti. Lo stesso sostegno sarebbe stato garantito, sempre secondo l’accusa, anche al sindaco Ciccone, di 65 anni, detto “Tre culi”, come viene definito nelle intercettazioni raccolte dagli investigatori. I carabinieri, su delega della Dda, hanno anche perquisito l’abitazione e gli uffici di Ciccone. Giuseppe Fulco, secondo gli inquirenti, “attraverso la gestione dei voti”, ambiva “ad ottenere favori da parte del sindaco”, che due anni fa era stato rieletto con quasi il 98% dei voti il dopo lo scioglimento per mafia del Comune disposto nel 2018 dal Ministero dell’Interno. Appena nello scorso mese di agosto il Ministro Lamorgese aveva disposto un nuovo accesso antimafia nel Comune di Scilla accogliendo la richiesta del prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani. Un altro presunto elemento cardine dell’inchiesta é rappresentato dal dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune, l’architetto Bruno Doldo, che lavora anche per la Città metropolitana di Reggio Calabria. Per Doldo la Dda ha chiesto l’interdizione per un anno dai pubblici uffici. Richiesta sulla quale il Gip si pronuncerà dopo l’interrogatorio del professionista, che avrà luogo nei prossimi giorni. L’indagine ha fatto luce su una vasta rete di estorsioni che sarebbe stata messa in atto dalla cosca Nasone-Gaietti. Il gruppo criminale imponeva il “pizzo” agli imprenditori impegnati in lavori pubblici non soltanto a Scilla ma anche in altri centri del circondario. Ai ristoratori della zona veniva imposto, inoltre, di acquistare il pesce solo dalla pescheria gestita, di fatto, dallo stesso Giuseppe Fulco. Oltre ad eseguire i 22 arresti, i carabinieri hanno sequestrato beni mobili ed immobili per un milione di euro. I sigilli hanno riguardato sei società attive nel settore turistico-balneare e nel commercio di prodotti ittici, di bevande e di altri generi alimentari.