“Abbiamo riportato un dato non positivo, e c’è un dato ancora più complesso nel Mezzogiorno e in Calabria, perché il Pd si ferma sostanzialmente alle cifre di 5 anni fa”. Lo ha detto il segretario regionale del Pd, Nicola Irto, in una conferenza stampa nella sede del partito a Lamezia Terme (Catanzaro), commentando l’esito delle elezioni politiche in Calabria. Il Pd, che ha eletto tre parlamentari – lo stesso Irto al Senato e i deputati uscenti Enza Bruno Bossio e Nico Stumpo alla Camera – ha ottenuto il 14,5% , risultando il quarto partito nella regione dopo il M5S (il più votato), Fratelli d’Italia e Forza Italia.
“Il dato del partito a livello nazionale e nel Mezzogiorno ovviamente – aggiunge Irto – non ci soddisfa. Il crollo è stato nel Mezzogiorno. Noto poi un voto a macchia di leopardo sul piano territoriale in Calabria, e anche per questo, poiché siamo usciti dalla fase commissariale e stiamo uscendo dalla fase congressuale, a tutti i livelli convocheremo direzioni e assemblee degli iscritti per fare analisi del voto, cosa che non si faceva più, ma non per restare prigionieri di quell’analisi, ma per capire come ripartire. Perché non c’è dubbio – prosegue il segretario del Pd calabrese – che c’è uno scollamento della società calabrese e possiamo colmarlo partendo dagli errori, analizzandoli”.
Irto poi difende la bontà delle scelte dei candidati osservando che “il combinato disposto del taglio dei parlamentari e di una legge elettorale folle ci ha portato a fare scelte che comunque confermiamo. Non è un problema di nomi, ma di percezione nazionale, e sul Mezzogiorno c’è stata una percezione non favorevole al Pd”. Irto infine analizza l’expolit del M5S in Calabria: “Ha fatto una campagna elettorale con pochi messaggi ma chiari, netti mentre noi, volendo parlare con un programma chiaro e molto ampio per cercare di dare risposta a tutto, non siamo riusciti a focalizzare temi precisi. E poi abbiamo pagato l’essere stati percepiti come partito di governo anche quando non lo siamo stati. Per questo oggi una dura e netta opposizione alla destra nazionale farà anche bene al Pd. Ora – conclude il segretario del Pd Calabria – serve un congresso che non sia un congresso solo per sostituire il segretario ma sia un congresso fondativo, che guardi al futuro e riesca a interpretare il linguaggio delle giovani generazioni, un congresso in cui finalmente il Mezzogiorno sia il protagonista del cambiamento del nuovo Pd”.