Si sono svolti martedì 25 ottobre i primi sopralluoghi del Ris dei carabinieri e del Nia, il Nucleo investigativo antincendio dei vigili del fuoco, nell’abitazione del quartiere Pistoia a Catanzaro nella quale nella notte tra venerdì e sabato scorsi si è sviluppato un devastante incendio che ha provocato la morte dei tre fratelli Corasoniti, Saverio, 22 anni, affetto da autismo, Aldo di 15 e Mattia di 12, e il ferimento di altri quattro familiari, tutti ricoverati in gravi condizioni. I sopralluoghi sono finalizzati a chiarire la matrice del rogo: si tratta di approfondimenti ritenuti necessari visto che i primi accertamenti non hanno consentito di stabilire l’origine del devastante incendio, perché il fuoco ha praticamente distrutto l’intero appartamento abitato dai Corasoniti. I sopralluoghi sono stati disposti nell’ambito dell’indagine avviata dalla Procura di Catanzaro, che ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando i reati di omicidio colposo e disastro colposo. Per mercoledì 26 ottobre, invece, sono in programma le autopsie sul corpo delle tre giovani vittime. Martedì mattina, sul luogo della tragedia anche i periti di parte nominati dagli avvocati della famiglia Corasoniti, Francesco Gigliotti e Valentina Macrì. “Al momento non abbiamo avuto notizie, la famiglia, tra l’altro, chiede il massimo riserbo e rispetto del dolore e giustizia per queste morti, perché in questo momento sono straziati”, ha detto l’avvocato Valentina Macrì, legale dei familiari della coppia Corasoniti-Mazzei assieme al collega Francesco Gigliotti in relazione alle condizioni di salute dei componenti superstiti del rogo che ha devastato l’appartamento dove la famiglia viveva nel quartiere Pistoia di Catanzaro. Il padre Vitaliano e l’altro figlio di 14 anni, Antonello, sono ricoverati nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Catanzaro, dove vengono tenuti in coma farmacologico. La madre Rita Mazzei, 41 anni, e la figlia più piccola, Zaira, di 10 anni -che hanno riportato ustioni nel 40% del corpo- versano in gravi condizioni rispettivamente nel Centro grandi ustionati di Bari e nel reparto Rianimazione pediatrica dell’ospedale Santobono di Napoli. Da quanto si apprende nessuno di loro è allo stato cosciente.