CATANZARO. “Coraggio, Catanzaro, svegliati! San Vitaliano ci insegni a camminare sempre di più incontro e accanto all’altro, ad accettare e convivere con il diverso, ci insegni che siamo cittadini solo se ci impegniamo a costruire con gesti semplici, ripetuti e veri una Catanzaro libera e solidale”. Questo il monito dell’Arcivescovo metropolita Vincenzo Bertolone rivolto alla comunità, a conclusione della processione di San Vitaliano, vescovo di Capua, patrono della città di Catanzaro e della Diocesi. Giovedì mattina, in Cattedrale, nel salutare l’arcivescovo emerito Antonio Cantisani, il clero, le autorità istituzionali cittadine e regionali, i cresimandi e tutti i fedeli presenti, Mons. Bertolone ha invitato i presenti “ad attualizzare con atti concreti il prezioso messaggio di amore e di speranza che San Vitaliano ancor oggi offre a tutti noi. Un ‘chiamato’ dal Signore che testimoniò il perdono andando incontro alle indigenze del suo popolo”. Dinanzi a fasi di percorsi di integrazione sostenibili, anche verso fratelli provenienti da altri paesi, mons. Bertolone ha invitato la città, in quanto anche capoluogo di regione, a dare segni di maggiore vitalità e di indirizzo per una Calabria “nuova”. “La città delle aquile e dei due mari – ha detto il presule – è chiamata al coraggio di andare oltre, di proporsi come esperta in umanità che le spetta di diritto a causa della tradizione e della grande storia dei suoi santi e martiri. Una città alla quale non mancano le capacità e le risorse di cuore e di intelligenza”. A Catanzaro, nel quartiere lido, sorgerà a breve ‘L’Oasi della Misericordia’, una struttura di accoglienza e assistenza per coloro che dormono nelle stazioni ferroviarie vicine e dove i poveri senza fissa dimora potranno trovare un punto di accoglienza, per sentirsi a casa, lavarsi, cambiarsi, pranzare e cenare e dormire. L’annuncio è stato dato dall’Arcivescovo metropolita di Catanzaro, mons. Vincenzo Bertolone. “Voglio sperare – ha detto con emozione mons. Bertolone – che tutta la città si senta coinvolta in questa iniziativa dando ai poveri non solo gli scarti, abbigliamento dismesso e tutto ciò che è ingombro, ma cibo, acqua e quanto è necessario almeno a sopravvivere. Ma, soprattutto, spero che città e Diocesi siano capaci di condividere gli sguardi, offrire gesti di prossimità e amicizia e considerino questa iniziativa come qualcosa di proprio da apprezzare non solo a parole, ma con gesti continui e concreti, fino a provarne legittimo orgoglio”.