VIBO VALENTIA. Rischia la prescrizione il processo “Poison” che vede 12 persone accusate di aver provocato un disastro ambientale gestendo abusivamente 127mila tonnellate di rifiuti industriali tossici provenienti da Brindisi e poi finiti illegalmente, dal 2000 al 2007, negli impianti della discarica “Fornace tranquilla” di San Calogero. Il presidente del Tribunale monocratico di Vibo Valentia, Lucia Monaco, designata dopo oltre un anno di stasi del processo per mancanza di giudici, si è infatti astenuta dalla trattazione poiché incompatibile avendo già fatto il gip nello stesso procedimento. Spetterà ora al presidente del Tribunale, Antonio Di Marco, designare un nuovo giudice non incompatibile. L’ultima udienza si era celebrata 28 aprile, anche questa subito rinviata per un’omessa notifica del decreto del giudizio agli imputati. La precedente udienza era stata invece fissata per errore al 20 aprile 2014, giorno di Pasqua, con il Tribunale chiuso. Ancora prima, il 25 novembre 2013 il processo, mai partito, era stato rinviato ad aprile 2014 per carenza di giudici. Il giro d’affari al centro dell’inchiesta si aggira sui 18 milioni di euro perché tanto, secondo l’accusa, sarebbe costato il regolare smaltimento dei rifiuti a Brindisi, Priolo Gargallo e Termini Imerese. Sui ritardi nella celebrazione del processo, negli scorsi mesi vi erano state pure delle interrogazioni parlamentari del M5S.