MORMANNO. “Nel momento in cui si incrociano le esigenze di un procedimento penale con quelle di natura metagiuridica, sociale ed economica, di un intero comprensorio e direi dell’Italia meridionale in generale, indubbiamente, è difficile riuscire a mantenere l’equilibrio e a conciliare esigenze che in alcuni momenti sembrano opposte”. Lo ha detto il procuratore generale della Repubblica di Catanzaro Raffaele Mazzotta, che ha adottato il provvedimento di dissequestro del Viadotto Italia dell’A3, dopo il crollo di una campata il 2 marzo scorso, assieme al procuratore facente funzioni di Castrovillari, Simona Rizzo, e al pm Simona Manera, intervenendo nel corso dell’iniziativa che si è svolta al campo base della società Italsarc. “Ho ritenuto doveroso proprio per queste ragioni – ha aggiunto Mazzotta – che fosse assolutamente indispensabile che assumessi sulle mie spalle la responsabilità di questa vicenda. Solo io, come Procuratore generale, potevo assumermi responsabilità non delegabili ad altri”. “Fondamentale – ha aggiunto Mazzotta – è stato poi il contatto costante e continuo con il presidente di Anas perché siamo riusciti, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, a trovare il modo di risolvere anche delle problematiche apparse in taluni momenti disperate”.