“Nessuna sospensione del protocollo di intesa e discussione sul merito direttamente alla fine febbraio del prossimo anno. L’udienza, al Tribunale amministrativo della Calabria relativa ai due ricorsi presentati da medici di diverse categorie e a diverso titolo, è finito in questo modo. L’intento era quello di sospendere il decreto del commissario ad acta che ratificava il protocollo d’intesa sulla fusione di Pugliese-Ciaccio e Mater Domini nell’azienda unica “Dulbecco”. Un dato, questo, su cui riflettere richiamando la nostra posizione che ci vede convinti fautori di un processo di integrazione che solo può essere foriero di quel salto in avanti di cui ha bisogno tutta la sanità regionale”. quanto affermano Enzo Scalese (segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo), Franco Grillo (Segretario generale FP Cgil Area Vasta) e Ivan Potente (Segretario Medici FP CGIL Area Vasta). “Prescindendo dal travaglio lungo e “doloroso” che ha portato alla luce la nuova azienda, nonostante i buoni propositi predicati dal governo regionale, la “Dulbecco” si trova ancora in una bufera di indeterminatezza avente una nuova soglia da valicare: l’eterno ricorso a tutte le giurisdizioni possibili -scrivono ancora Scalese, Grillo e Potente. Al netto del giusto rivendicare il rispetto di quei principi organizzativi di pari dignità tra le carriere universitarie e quelle ospedaliere, vanno ribaditi alcuni aspetti. La “Dulbecco” con i suoi 855 posti letto iniziali e con le potenzialità insite quale crogiolo di professionalità mediche che hanno dato lustro ad entrambe le aziende di partenza, ha tutte le potenzialità atte ad assicurare un futuro prestigioso sia in termini assistenziali che formativi per gli utenti regionali e non”. È necessaria una inversione di rotta visibile che parta dalla nomina di un management stabile per l’azienda universitaria -si legge ancora nella nota-. Risulta, infatti, curioso il mantenimento di un ruolo commissariale al vertice di quella che è di gran lunga l’azienda più corposa della regione, mentre altre aziende hanno un quadro di riferimento già compiuto. Quasi come a significare che ogni provvedimento in capo alla stessa sia da considerarsi provvisorio. L’azienda oramai esiste, il premio Nobel cui intitolarla pure, quindi, in attesa di altro Nobel calabrese, andiamo avanti senza più tentennamenti”, concludono Scalese, Grillo e Potente.