L’operazione Maestrale-Carthago potrebbe far luce anche sull’omicidio di Maria Chindamo, la commercialista rapita e fatta sparire il 6 maggio 2016 dinanzi alla sua tenuta agricola di Limbadi, nel Vibonese. La Dda di Catanzaro contesta a un indagato, Salvatore Ascone, oltre alla partecipazione al clan Mancuso di Limbadi, alla detenzione di armi e droga, anche l’omicidio, in concorso con altri due soggetti (di cui uno deceduto e uno all’epoca dei fatti minorenne) di Maria Chindamo.Il fatto di sangue, ad avviso degli inquirenti, è stato commesso a seguito del suicidio di Vincenzo Puntoriero (marito della donna, avvenuto l’8 maggio 2015) e per punire la Chindamo per una relazione sentimentale venuta alla luce con la prima uscita pubblica della coppia appena due giorni prima dell’omicidio. L’omicidio anche per accaparrarsi il terreno su cui insiste l’azienda agricola. Salvatore Ascone di Limbadi avrebbe manomesso il sistema di videosorveglianza della propria abitazione limitrofa al luogo del delitto, agevolando gli autori materiali del sequestro e dell’omicidio della donna, il cui cadavere, sulla scorta della ricostruzione dei collaboratori di giustizia, è stato dato in pasto ai maiali e i cui resti ossei sono stati triturati con la fresa di un trattore.