Operazione della Polizia di Stato per l’esecuzione di 11 provvedimenti di fermo emessi dalla Dda di Catanzaro contro altrettanti presunti affiliati ad una cosca di ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto, nel Crotonese, L’operazione é stata condotta da un centinaio di unità di personale delle Squadre mobili di Catanzaro e Crotone e della sezione investigativa di Catanzaro del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato. Alle persone fermate viene contestata l’associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata a vari reati che vanno dalle estorsioni e dall’usura allo spaccio di sostanze stupefacenti. C’è anche l’avvocato Ottavio Tesoriere, di 70 anni, candidato non eletto alle regionali in Calabria del 2021 e già consigliere regionale di centrodestra dal 2000 al 2005, tra gli indagati dell’inchiesta denominata “Garbino” che ha portato ieri mattina al fermo di 11 persone da parte delle Squadre mobili di Catanzaro e Crotone con l’accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso. Il reato ipotizzato a carico di Tesoriere è quello di scambio elettorale politico-mafioso poiché in occasione delle ultime elezioni regionali, in qualità di candidato con la lista “Occhiuto Presidente”, avrebbe stretto un accordo con Fabrizio e Pasquale Pullano, legati alla cosca di ‘ndrangheta degli Arena ed entrambi fermati nell’operazione odierna. In cambio di voti nel territorio di Isola Capo Rizzuto, Tesoriere si sarebbe impegnato, è scritto nel capo di imputazione, a fare ottenere al figlio di Fabrizio Pullano la pensione di invalidità “intercedendo con il Ctu nominato dal Tribunale di Lamezia Terme”. Secondo l’accusa, Tesoriere avrebbe promesso anche di “procurare lavori di appalto e incarichi” e si sarebbe messo “a disposizione per ogni evenienza”. Sempre in qualità di candidato alle elezioni regionali del 2021, Tesoriere “interloquendo con una donna non meglio identificata, prometteva di fare ottenere un posto di lavoro a una persona legata alla stessa donna nel locale Consorzio di bonifica”, in cambio del suo voto. Nell’inchiesta risulta incidentalmente indagato per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico, anche un avvocato penalista di Catanzaro, Vincenzo Ioppoli, di 67 anni. Ioppoli e Tesoriere, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbero favorito il superamento della seconda prova orale dell’esame di abilitazione come avvocato della candidata Maria Alosa. Vincenzo Ioppoli, in particolare, avrebbe accettato di farsi consegnare un appunto in cui Alosa e Tesoriere gli avevano indicato gli argomenti sui quali avrebbero voluto che s’incentrasse la seconda prova orale della candidata. Tesoriere è indagato inoltre, insieme alla stessa Maria Alosa, per il fatto che avrebbe promesso il suo “interessamento con il presidente della sotto-commissione di esami della Corte di Appello di Catanzaro per l’abilitazione alla professione forense, che avrebbe valutato nella prova orale la posizione della candidata Maria Alosa”. In cambio il candidato avrebbe ottenuto la promessa di voto in suo favore per le regionali da parte della stessa Alosa e di altre persone a lei legate. “L’avvocato Vincenzo Ioppoli ha ricevuto un’informazione di garanzia. La Procura della Repubblica ipotizza a carico di Ioppoli soltanto reati comuni, e cioè un abuso d’ufficio e un falso. Nessuna accusa, dunque, per reati di mafia, nè aggravanti in tal senso per come erroneamente pubblicato da qualche sito on line”. Lo afferma, in una nota, l’avvocato Francesco Verri, legale di Ioppoli. “L’ipotesi di reato a carico di Ioppoli -aggiunge Verri- trae origine dal fatto che il penalista avrebbe ricevuto una segnalazione, da parte di un avvocato, quando era commissario agli esami per l’abilitazione alla professione forense. “L’avvocato Ioppoli -dice ancora il legale- esprime tutto il suo sdegno per l’accaduto. Nel merito, l’avvocato Ioppoli si difenderà chiarendo la sua posizione con i magistrati che si occupano del procedimento”,