“Il professor Carlo Maria Medaglia -raggiunto oggi da una misura cautelare, a seguito di un’inchiesta della Procura di Roma e della Guardia di Finanza- non ha ancora lavorato un solo giorno in Arpacal. Il decreto del presidente della Giunta regionale indispensabile per ratificare la sua nomina, infatti, non è stato ancora firmato dal governatore Roberto Occhiuto. In considerazione dei fatti emersi nelle ultime ore, il Dpgr non verrà emanato e la delibera attraverso la quale la Giunta aveva individuato il professor Carlo Maria Medaglia come nuovo commissario straordinario dell’Arpacal verrà revocata”. È quanto si legge in una nota dell’ufficio stampa della Regione Calabria. L’inchiesta della Guardia di finanza di Roma si riferisce a presunti falsi progetti di ricerca e sviluppo. Le indagini delle fiamme gialle riguardano 29 persone fisiche e 20 persone giuridiche. Nell’ambito dell’ampio procedimento penale, i finanzieri capitolini – come spiegano in una nota – hanno eseguito “un’ordinanza applicativa della misura degli arresti domiciliari nei confronti di due soggetti e un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di beni dal valore superiore a 24 milioni di euro per i reati di indebita compensazione, dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, ai danni dell’Erario”. Tra gli indagati nel procedimento che ha portato all’arresto di Carlo Maria Medaglia, ex prorettore dell’Univeristà Link, c’è anche l’ex ministro Vincenzo Scotti (che non è stato arrestato), che dal 30 marzo 2012 al 7 agosto del 2020 è stato rappresentante dell’ateneo. Gli sono stati sequestrati beni per oltre 3 milioni e mezzo di euro. La procura di Roma a lui contesta il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. “La misura del provvedimento cautelare reale” -prosegue la nota complessiva delle fiamme gialle- “corrisponde all’ammontare dell’imposta evasa, dei debiti erariali indebitamente compensati e del prezzo illecitamente conseguito dai soggetti coinvolti. Il provvedimento, emesso dal G.I.P. del locale Tribunale, costituisce l’epilogo delle indagini coordinate dalla locale Procura della Repubblica, nel cui ambito sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza nei confronti di una persona fisica, già prorettore alla ricerca e docente di una Istituzione universitaria privata e di una sua collaboratrice, i quali, avvalendosi del citato Ente e di un consorzio a questa collegata, sono accusati di aver falsamente erogato progetti di ricerca e sviluppo a oltre 20 società, consentendo a queste ultime l’illecito utilizzo di crediti d’imposta”.