“Ue: il Porto di Gioia Tauro non si ferma!”: questo lo striscione che campeggiava all’ingresso del porto di Gioia Tauro sintetizza il senso e gli obiettivi del flash mob che ierii, sul piazzale dell’infrastruttura gioiese, ha radunato e unito l’Autorità portuale, i terminalisti, i sindacati, il mondo imprenditoriale e produttivo calabrese, rappresentanti istituzionali, sindaci, esponenti di tutti gli schieramenti politici in difesa dello scalo che rischia di essere penalizzato dalle nuove direttive dell’Unione europea sulle emissioni inquinanti. In migliaia hanno partecipato alla mobilitazione, che ha registrato anche la presenza del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, che ha riferito dei passi avanti ottenuti con la richiesta di una deroga per il porto di Gioia Tauro e altri porti italiani fatta dal ministro Pichetto Fratin al Consiglio dei ministri europei dell’ambiente a Lussemburgo. “Ora -ha sostenuto Occhiuto parlando con i giornalisti a margine del flash mob- speriamo che si apra uno spiraglio. “Ieri ho sentito il ministro Gilberto Pichetto Fratin con il quale sono stato in quotidiano contatto nelle ultime settimane. Gli avevo chiesto di porre la questione della deroga per il porto di Gioia Tauro al tavolo dei Ministri dell’Ambiente dellUe. Lo ha fatto. Lo ringrazio, parrebbe che ci sia una possibilità. Resta però l’amarezza di dover constatare ancora una volta che su questi temi che riguardano decisioni importanti dell’Europa l’Italia si svegli sempre nella fase discendente. Dobbiamo combattere -ha proseguito il presidente della Regione Calabri-– affinché la direttiva venga applicata con un’eccezione per Gioia Tauro e Malta. Dobbiamo fare in modo che, nei prossimi anni, questo porto diventi fondamentale non solo per il transhipment, deve essere un porto dove le merci vengono anche scaricate e lavorate, creando ricchezza per il territorio. Il messaggio più importante lo danno le istituzioni con la loro presenza. Riscontro che mai come negli ultimi anni, attorno al porto di Gioia Tauro, che si è sviluppato a volte aldilà degli interessi delle istituzioni locali e nazionali, oggi c’è un grande interesse da parte di tutti. Vedere i lavoratori e i sindaci schierati dalla stessa parte, tutti insieme, per difendere questa infrastruttura è per me – ha concluso Occhiuto – motivo di grande soddisfazione”. A sua volta, il presidente dell’Autorità portuale, Andrea Agostinelli, ha evidenziato che il porto di Gioia Tauro “rischia perché la direttiva dell’Ue, che avrebbe finalità nobili, quelle di ridurre l’inquinamento atmosferico generato dal trasporto marittimo, si risolve in una distorsione del mercato del trasporto marittimo stesso perché inevitabilmente sposterà a sud il baricentro delle linee di navigazione, verso porti nord africani per non dire, forse, mediorientali o turchi dove queste tassazioni non si applicano perché si tratta di porti extraeuropei oppure si applicano nella misura del 50%. È evidente che questo provocherà un danno molto sensibile non solo al porto di Gioia Tauro ma anche ad altri porti europei che hanno le stesse caratteristiche di Gioia Tauro e non solo. La direttiva – ha ribadito Agostinelli – è concettualmente sbagliata perché provocherà un danno a tutta la filiera logistica europea se pensiamo che anche le cosiddette autostrade del mare saranno tassate e quindi ci potrebbe essere un probabile ritorno al trasporto su gomma anziché su mare che è assai meno inquinante”.