Martedì 4 agosto, presso la sede di Catanzaro, l’assessore all’ambiente Antonella Rizzo ha incontrato i rappresentanti del coordinamento NO TRIV CALABRIA e dell’Associazione Fabbrikando l’Avvenire. L’incontro è stato voluto dall’assessore per ribadire la posizione della giunta regionale nei confronti dello spinoso argomento “trivellazioni in Calabria”. L’Assessore ha informato il referente del coordinamento, Salvatore Belfiore e il presidente dell’associazione, Pino Greco, sugli esiti della riunione indetta dalla commissione ambiente a Roma, lo scorso 29 luglio insieme ai rappresentanti di altre cinque regioni interessate, che avevano già sottoscritto il 24 luglio, il “Manifesto di Termoli sulle estrazioni di idrocarburi”: la Basilicata, la Puglia, il Molise, le Marche e l’Abruzzo. Tale incontro si è svolto alla presenza del sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico Simona Vicari e i rappresentanti delle regioni interessate dai progetti di sfruttamento estrattivo per idrocarburi, hanno illustrato le motivazioni contrarie alla campagna promossa dallo stato che prevede l’istallazione di piattaforme estrattive nei nostri mari (la subsidenza, l’alto rischio sismico, la presenza di parchi marini protetti e parchi archeologici di fama mondiale…) e l’esito di tale incontro verrà reso pubblico tra una settimana. E’ stato più volte ribadito che se la risposta da parte del Governo non sarà chiara ed esaustiva, si procederà, nel rispetto della Costituzione, alla richiesta di deliberazione di un referendum abrogativo dell’art. 35 del “Decreto Sviluppo” da parte delle 6 regioni coinvolte. L’assessore Rizzo, ha anche sottolineato che il presidente Oliverio, già da Gennaio, sotto richiesta del NO TRIV CALABRIA e di Fabbrikando l’Avvenire, aveva impugnato gli articoli 37 e 38 del decreto Sblocca Italia e che adesso, sarebbe opportuno “camminare insieme” per una battaglia di difesa e salvaguardia della nostra terra. Come coordinamento presente sul campo da due anni che non ha mai smesso di mantenere desta l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema della “trivelle”, manifestiamo la nostra soddisfazione per questa presa di posizione netta da parte delle istituzioni regionali calabresi in merito a un argomento così spinoso e delicato. Già ad aprile avevamo portato le istanze del territorio calabrese nel parlamento europeo a Bruxelles, su invito dell’onorevole Eleonora Forenza (Altra Europa con Tsipras GUE/NGL) inserendo la Calabria nell’Atlante europeo dei conflitti ambientali. A fine Settembre noi, assieme a Fabbrikando l’Avvenire saremo ospiti della manifestazione di Bari “EuroHOPE” sempre come referenti per la Calabria nelle tematiche ambientali, perciò ci teniamo a ribadire quanto sia importante “allargare” le prospettive della nostra battaglia in un orizzonte che non sia quello meramente calabrese, ma mediterraneo/europeo a 360°. Lottare a fianco alle istituzioni calabresi, ci fa ben sperare nella possibilità di un investimento –vero- di tutela del territorio, come mai era stato strutturato in Calabria, una terra nella quale l’Ecomafia ha gestito appalti, accordi e violentato il paesaggio per troppo tempo ormai. D’altronde, il presidente Oliverio, manifestando più volte il suo proposito di prevenzione delle malattie tumorali, non può che mettere in pratica tali propositi, opponendosi fermamente alle istanze governative di Renzi, il cui unico interesse sembra quello di favorire i profitti delle multinazionali del petrolio. La Calabria potrebbe essere definita un parco archeologico “a cielo aperto”, che molto spesso coincide con riserve marine abitate da specie protette…Siamo conosciuti in tutto il mondo anche a causa dell’altissimo rischio sismico proprio della natura geo morfologica che ci caratterizza… Sembra impensabile che chi ha elaborato il decreto “Sblocca Italia” ribattezzato “Sblocca Trivelle”, non abbia considerato questi fattori, soprattutto alla luce dell’utilizzo in mare della tecnologia dell’air gun (esplosioni sottomarine) che non risulta infatti, nelle procedure “illegali” esposte nel DDL contro gli “Eco reati”…Il tanto decantato “Nuovo Sviluppo Economico” non potrà mai essere tale se promuove la distruzione scientifica e inequivocabile dei nostri mari e coste, delle nostre risorse più antiche e “sacre” e del nostro diritto alla salute e ad un’economia eco compatibile.