GIOIA TAURO. Il coordinamento marittimi del sindacato autonomo Sul, in una nota, scrive che “lo sciopero dei lavoratori portuali di sabato scorso, ha certamente segnalato, a livello nazionale e non solo, un evidente e conclamato stato di disagio dello scalo calabrese. Un disagio presente da anni – prosegue la nota – che ormai ha raggiunto dimensioni incontenibili “grazie” forse, anche ad una classe politica assente e soprattutto, disattenta alle problematiche dei propri cittadini e degli imprenditori, che sembra abbia abbandonato totalmente ogni tipologia di interesse riguardante lo sviluppo e il benessere del territorio e dei suoi abitanti. Tali incertezze – si legge – si sono di conseguenza trasformate, a livello pratico, in un lento ed inesorabile declino di ogni struttura allontanando sempre più ogni forma di investimento economico e quindi di progettualità. Quale imprenditore potrebbe mai investire nello scalo calabrese avendo alle spalle un sistema politico così farraginoso, silente e così cieco da notare neppure i repentini cambiamenti che il mondo industrializzato mostra quotidianamente? Purtroppo, ironia della sorte, tutto ciò accade in un territorio dalle enormi potenzialità invidiato e “desiderato” da molti imprenditori internazionali. Basti pensare -scrive iul coordinamento – soltanto agli enormi vantaggi che il porto di Gioia Tauro offre sotto il profilo geografico: il centro del Mediterraneo. E’ noto a tutti che, lo scalo calabrese e il territorio circostante, se meglio sfruttato diverrebbe un’importantissima risorsa nazionale. Per lo scalo calabrese – scrive il Sul – ci sarebbe l’imbarazzo della scelta per quanto concerne gli investimenti da effettuare solo se la politica territoriale desse reali e chiari segni di partecipazione e di interessamento. Si potrebbero realizzare, con successo, moltissime iniziative imprenditoriali poichè, il porto di Gioia Tauro e il territorio circostante, hanno tutte le carte in regole per assicurare alla regione e non solo, una crescita economica esponenziale. Invece, – si legge – assistiamo a uno sfacelo, a un lento declino e a un disfacimento totale di un’intera area portuale in cambio di vuote e roboanti promesse come l’istituzione della ormai fantomatica ZES i cui tempi di realizzazione si stanno dilatando enormemente. La presenza al sit-in degli scioperanti di alcuni rappresentanti della cosiddetta antipolitica nazionale, la condivisione e la solidarietà degli imprenditori calabresi e di ogni altra personalità pubblica e privata, dimostrano – scrive ancora il coordinamento – che non si è trattato solo di un semplice sciopero a cui una determinata classe politica ci ha abituato a partecipare da anni”.