Forti dubbi e perplessità sono stati evidenziati nel corso dell’incontro di studio, alla Camera di commercio di Catanzaro, sul controverso tema “Premierato e Autonomia differenziata: pesi e contrappesi”, organizzato da Ande Calabria, l’Associazione Nazionale Donne Elettrici, presieduta dall’avvocato Roberta Porcelli, con la Camera di Commercio CZ-KR-VV e il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro. È venuta fuori una discussione di grande spessore sulle due proposte di legge. Il presidente della Camera di Commercio, Pietro Falbo, ha definito necessaria la discussione perché la stagione delle riforme non finisce mai nel nostro Paese, mettendo in rilievo che bisogna stare dalla parte delle imprese e delle famiglie assicurando uguale assistenza. Per il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati, Vincenzo Agosto, il premierato toglie alcune prerogative al Presidente della Repubblica, e “con l’autonomia differenziata si va verso una visione non unitaria della nazione”. La presidente di Ande Catanzaro, Roberta Porcelli, ha messo in rilievo il ruolo dell’associazione, politica ma non partitica, e l’ottima riuscita delle iniziative messe in cantiere. “Le riforme -ha sottolineato Roberta Porcelli- occupano la scena politica e potrebbero avere un impatto importante sul nostro vivere civile. L’Ande, già a febbraio dello scorso anno ha sviscerato, in un pubblico dibattito, il tema dell’autonomia differenziata da un punto di vista giuridico, economico e sociale. Ora vogliamo riprendere il discorso sull’autonomia differenziata da dove lo abbiamo lasciato, analizzando di nuovo il testo della legge nelle parti nel frattempo oggetto di modifica; vogliamo soffermarci sugli effetti che sortirebbe tale riforma sul nostro sistema costituzionale, se passasse anche il cosiddetto premierato. L’autonomia differenziata è forse il “do ut des” per ottenere la riforma sul premierato?”. Il professore di Diritto costituzionale dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, Andrea Lollo, ha subìto sottolineato che c’è un filo rosso che lega le due riforme analizzando, in maniera approfondita, punto per punto tutte le conseguenze e i risvolti negativi che si ripercuoterebbero sotto vari profili. Nella sua accurata relazione tecnica, ha parlato di “esaltazione del capo” e di indebolimento del Parlamento, di principi di eguaglianza calpestati, del rischio di “meno Parlamento e più esecutivo”. E, infine, di un “capo attorniato da una schiera di cortigiani”. È stato invece un intervento politico quello dell’on. Agazio Libero, già presidente della Regione Calabria ed ex ministro. Del premierato ha ricordato che l’unico Paese che lo ha introdotto è stato Israele “che poi ha dovuto tornare a gambe levate sui suoi passi”. Ha posto il problema di come verrebbe esautorato il ruolo del Presidente della Repubblica, rimarcando come il nostro Paese sia molto diviso da sempre. “Se viene approvato -ha puntualizzato Loiero- vivremo in un’Italia minore, senza unità”. L’on. Mario Tassone, già viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti, a chiusura dei lavori ha esordito affermando che il premierato “non è una riforma, stiamo superando la Costituzione, stiamo ribaltando la Costituzione. Il Parlamento è diroccato, non c’è sovranità popolare, non c’è un Parlamento libero, il livello in generale della politica si è abbassato”. Collegata da Roma, Marisa Fagà, presidente nazionale di Ande, si è congratulata con Roberta Porcelli per le sue capacità organizzative. Si è quindi augurata che ci siamo ripensamenti sulle cosiddette riforme. I lavori sono stati moderati da Giuseppe Soluri, presidente dell’ Ordine dei giornalisti della Calabria, che ha introdotto le tematiche al centro dell’incontro evidenziando anche “i diversi percorsi che, dal punto di vista tecnico-giuridico, le due riforme devono affrontare; nel caso dell’Autonomia differenziata si tratta di un disegno di legge per così dire “rafforzato” mentre nel caso del Premierato, di una riforma di rango costituzionale che, per diventare legge, dovrà affrontare un lungo e accidentato percorso prima parlamentare e poi, probabilmente, anche referendario”.