REGGIO CALABRIA. “Il messaggio che in queste ore qualcuno cerca di lanciare, ossia che la candidatura alla Presidenza della Provincia di Catanzaro di Tommaso Brutto non raccogliesse l’unanimità, è fuorviante e disvela la condotta tenuta nelle urne da chi lo ha condiviso”. Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale di Forza Italia, Mario Magno. “Che Brutto fosse il candidato di tutti, anche del sindaco Abramo – prosegue Magno – lo si è stabilito nel corso dell’incontro che, prima della sua ufficializzazione, la dirigenza provinciale di Forza Italia, alla presenza del coordinatore Maurizio Vento e dei vice coordinatori regionali Pino Galati e Wanda Ferro, nonché dei consiglieri regionali Albano e Magno, ha tenuto presso gli uffici della Sacal, nel corso della quale lo stesso primo cittadino di Catanzaro, dichiarando la sua indisponibilità, ne ha condiviso la candidatura. Quello che è successo dopo dimostra, tuttavia, come per alcuni il deliberato provinciale fosse rimasto carta straccia. Le polemiche di questi giorni, infatti, hanno smascherato la volontà di costoro di non seguire deliberatamente quella decisione, consegnando la provincia di Catanzaro alla sinistra e, di fatto, innescando una spaccatura tutta interna a Forza Italia proprio in quella provincia che dovrà rappresentare il bacino elettorale del candidato alla presidenza della Regione, Wanda Ferro”. “La condotta tenuta dal “re delle preferenze” Mimmo Tallini e dai suoi sodali, infatti – prosegue Magno – non solo ha compromesso la possibilità per la lista di Brutto di centrare la vittoria ed ottenere il sesto seggio, che sarebbe andato a Franco Mastroianni, ma ha, altresì, generato un evidente malumore in tutto il partito provinciale, avvelenando il clima elettorale. Stupisce il cinismo con cui, nell’imminenza di una delicata competizione elettorale Tallini ed i suoi si siano prestati ad operazioni così gravi di killeraggio politico. Capisco che per uno che ha fatto del nomadismo politico il suo credo non sia molto rilevante che a prevalere sia una compagine piuttosto che un altra (questo, tanto in una competizione di natura provinciale, quanto in una di carattere regionale). Mi meraviglia, tuttavia, l’atteggiamento tenuto dai suoi seguaci, molti giovani e con percorsi politici ancora lunghi, che, nonostante ciò, sono stati pronti ad eseguire le direttive del capo pur di compiacerlo e di assecondare le sue scelte di natura esclusivamente personale”. Per Magno “va dato atto, invece, al sindaco Abramo di non essersi prestato a questo gioco al massacro che rischia di mettere in serio pericolo anche la tenuta della sua maggioranza. È doveroso, tuttavia, che da oggi in poi, egli si circondi di compagni di viaggio migliori che rendano il suo percorso amministrativo più tranquillo ed al riparo da imboscate e diktat. Chiedo, piuttosto, alla dirigenza regionale e provinciale, di Forza Italia: può tollerarsi che il capriccio di un singolo, in un solo colpo, sacrifichi la guida dell’Ente provinciale, indebolisca l’Amministrazione di un comune capoluogo e danneggi seriamente la corsa di una candidata alla Presidenza della Giunta Regionale? Fino a quando un partito come Forza Italia dovrà continuare a dipendere dagli umori, notoriamente altalenanti, del consigliere Tallini?”.