Simone Pianigiani (nella foto) non è più il coach della Nazionale di basket. Troppo poco il sesto posto negli ultimi Europei di Francia e Germania. L’interruzione del rapporto tra il 46enne e la Federazione è arrivato al termine dell’incontro con il presidente FIP, Gianni Petrucci. Una decisione consensuale, come si apprende dal comunicato ufficiale della federazione, che potrebbe portare comunque le parti in causa a continuare a lavorare insieme. All’ex tecnico della Montepaschi Siena é stata infatti confermata la supervisione di tutte le Nazionali e di tutti gli indirizzi dei centri tecnici federali per portare a compimento quei progetti iniziati anni fa e che stanno creando eccellenze e risultati. Appare comunque complicato, quasi utopistico, pensare che si andrà avanti su questa strada nonostante i comunicati stampa di facciata. Per vari motivi. Dal feeling ai minimi storici con la FIP al contratto oneroso fino al settembre del 2016. E poi Pianigiani non rischierebbe di diventare una figura ingombrante all’interno della Federbasket per il nuovo coach? Si chiude comunque un ciclo importante fatto di 109 gare sulla panchina della nazionale italiana con un bilancio di 76 partite vinte e 37 perse. Lui che era arrivato nel 2009, scelto dall’allora presidente federale Dino Meneghin, in sostituzione di Carlo Recalcati. Tre Europei disputati con gli azzurri. Quello del 2011 con una pesante eliminazione al primo turno frutto di una sola vittoria e quattro ko. Meglio in Slovenia, nel 2013, con Gentile e compagni che chiusero all’ottavo posto. E infine l’ultimo, quello di pochi mesi fa, dove una grande Italia con le grandi, si è fermata poi al sesto posto. Ora per portare la Nazionale alle Olimpiadi del 2016 potrebbe arrivare Ettore Messina. Per lui, “cocco” del presidente federale, si tratterebbe di un ritorno al passato visto che ha ricoperto questo ruolo dal 1992 al ’97, con una medaglia d’oro ai giochi del Mediterraneo ’93 e soprattutto un argento all’Europeo del 1997. Catanese, classe ’59, trasferitosi sin da piccolo con la famiglia a Mestre, nel profondo Nord, è stato il primo capo allenatore di origini non nord-americane nella storia dell’NBA. Attualmente è l’assistente di Gregg Popovich ai San Antonio Spurs. Agirà part-time visto che il contratto con gli americani scade nel 2017 ma con i suoi assistenti inizierà sin da subito a lavorare per cercare di allestire un gruppo capace di fare le cose in grande cercando di trarre il meglio dai vari Bellinelli, Gallinari, Bargnani e Datome. Accetterà Messina di collaborare con Pianigiani? E terrà parte dello staff che l’ex coach aveva con se in azzurro? Ancora è troppo presto per dirlo ma sicuramente già dal torneo preolimpico si capirà qualcosa di più. Petrucci vuole fare le cose in grande. Il ritorno di Ettore Messina, quattro Eurolega e dieci campionati vinti in bacheca solo per citare alcuni successi, potrebbe finalmente far si che la Nazionale completi quel processo di crescita per maturare e giocarsela fino in fondo con le big della pallacanestro. Obiettivo Rio. Obiettivo Olimpiadi. Toccherà quasi sicuramente ad Ettore centrarlo. Lui che nel 2005 ha lasciato l’Italia per girare il mondo cestistico, allenando in Russia, Spagna per poi approdare nella NBA. Ora è tempo di tornare, part-time, in Italia. Di vivere un nuovo viaggio per sognare di vincere ancora. Ritorno al Futuro.
Matteo Pirritano