Dalla capitale, gli artisti Borondo, Canemorto, Sbagliato, Edoardo Tresoldi e Jacopo Mandich (sua l’opera nella foto) sono approdati a Palazzo Fazzari, edificio ottocentesco di Catanzaro che rappresenta un importante esempio di apertura verso la commistione di linguaggi artistici, una residenza storica, il cui spirito è ancora forte e tuttora permea le mura del palazzo. In questo suggestivo edificio, gli artisti ritengono di aver sviluppato l’esposizione dialogando tra di loro e con le memorie del palazzo, per creare uno “spazio altro”, dell’interno, occupato dalla loro visione, che prende forma sotto la spinta di un pensiero e diviene sensibile. Questa iniziativa si aggiunge alle altre messe in atto dall’amministrazione comunale con il fine non facile di valorizzare il centro storico di una città che sta attraversando un periodo di rinnovamento percepito dai cittadini, che in queste feste hanno affollato il Corso Mazzini di Catanzaro respirando l’aria festosa che anche quest’anno ha accompagnato le secolari tradizioni della città dei tre colli.La mostra ha avuto anche il merito di valorizzare il centro storico e di attirare finora gente di tutte le età e di ogni estrazione sociale dando anche un importante segnale ai giovani del capoluogo calabrese che hanno collaborato con entusiasmo creando un ponte tra generazioni diverse e diverse e svariate concezioni artistiche dove la maestosità e l’eleganza di Palazzo Fazzari sposa l’arte concettuale e più moderna di ETEROTOPIA. E proprio i più giovani che non erano mai entrati nel Fazzari vengono colpiti dallo stato di abbandono in cui versano alcune pitture ed elementi architettonici, che attraverso un intervento di recupero potrebbero simboleggiare l’inizio del riscatto del centro storico.
Tommaso Stanizzi