Oltre 600 vittime dal 1996 ad oggi, circa 24.000 feriti ed oltre 9.000 sinistri. Non è un bollettino di guerra ma sono i numeri inquietanti della strada statale 106 jonica, arteria di pericolosità e di morte in quanto mai riqualificata o ammodernata completamente nè messa in sicurezza definitivamente.
Solo nelle ultime settimane due morti a Bocale di Reggio Calabria ed uno bel tratto crotonese tra Torre Melissa e Ciro’ Marina.
I morti aumentano e l’emergenza sul tracciato calabrese della jonica è evidente, eppure la messa in sicurezza della statale non è ancora divenuta una priorità calabrese.
Tra martedì e mercoledì si è svolta una nuova simbolica manifestazione davanti alla Regione Calabria di Nando Amoruso, combattivo cittadino cirotano presidente del Comitato VITA che chiede da decenni l’ammodernamento della strada per renderla piu’ fruibile e soprattutto meno pericolosa. Amoruso, pur riconoscendo che questa è una battaglia calabrese, chiede nello specifico attenzione al territorio crotonese e di riflesso il finanziamento del megalotto Sibari-Crotone-Aeroporto Sant’Anna, perché il territorio crotonese resta uno dei piu’ emarginati e penalizzati, isolato quasi completamente e tagliato fuori dai flussi importanti dopo la progettazione del lotto Roseto-Sibari e Sibari-Firmo che poi immette sull’A3 Salerno-Reggio.
Amoruso aveva ottenuto un incontro a fine ottobre con il dirigente regionale Pignanelli ma da quel giorno è cambiato poco. Perciò si è ripresentato martedi mattina davanti alla Cittadella regionale per chiedere di essere ricevuto dal Governatore Oliverio. La missione è fallita e così Amoruso, per nulla arrendevole o demotivato, armato di coperte ed indumenti pesanti, ha deciso di iniziare lo sciopero della fame e rimanere a passare la notte proprio lì davanti alla Cittadella, sperando di avere piu’ fortuna nella giornata di mercoledì. E’ minimamente riuscito nell’impresa, in quanto ha incontrato il capo della segreteria del governatore, Franco Iacucci. Le due parti, dopo un franco confronto, hanno deciso di rivedersi o risentirsi tra dieci giorni.
Manuel Soluri