REGGIO CALABRIA. “Il governo nazionale dimostra di essere recidivo nella politica di abbandono del Mezzogiorno. Ne è la riprova il finanziamento di investimenti sulle ferrovie per quasi 9 miliardi di euro, di cui appena 474 milioni destinati al Sud, meno di un decimo di quelli previsti nel resto della penisola”. E’ quanto afferma il presidente del gruppo di Forza Italia alla Regione, Alessandro Nicolò, che spiega : “Al Nord si concentrano dunque i grandi interventi per lo sviluppo; al Mezzogiorno, invece, solo parole, parole, parole. I contribuenti meridionali contribuiscono a tenere in piedi i conti dello Stato pagando le tasse, ma poi non sono considerati quando ci sono da ripartire gli investimenti. Un’offesa all’intelligenza e alla dignità di cittadini considerati di serie B. L’ennesimo scacco alle ambizioni di crescita di un Mezzogiorno maltrattato e irriso. Nè giovano i richiami ad un’assunzione di responsabilità che tarda ad arrivare. La compagine governativa alla guida del Paese – prosegue il capogruppo di Fi – persevera nel suo atteggiamento di ostile freddezza verso le aree più deboli che agitano inutilmente istanze di sviluppo e reclamano la giusta attenzione. Leggiamo di interventi economici per l’implementazione dei trasporti ferroviari, investimenti nell’intermodalità e nell’alta velocità, migliori tecnologie e servizi, salvo poi scoprire che l’agenda politica dello sviluppo è solo per il Nord, mentre le misure destinate alla crescita del Mezzogiorno sono ridotte all’osso. “Un altro paradosso è che le cospicue risorse per i trasporti destinate alle aree metropolitane – per garantire l’ingresso e la partenza di convogli ogni tre minuti – sono assegnate unicamente alle Città Metropolitane del Nord, come se queste vantassero la titolarità di un diritto ad un trattamento diverso e più favorevole. Tutto questo suscita indignazione. Negli anni, in Calabria abbiamo assistito ad un lento, progressivo, inesorabile declino in tutti i comparti e quasi un azzeramento dei servizi ferroviari e di mobilità. La nostra regione continua ad essere figlia negletta di un Paese diviso a metà. E non va meglio per il trasporto merci”. “L’Italia – fa rilevare – è attraversata da 4 corridoi europei tre dei quali interessano esclusivamente il Nord mentre uno solo percorre l’intera penisola dal Brennero alla Sicilia ma continua a subire modifiche che lo ramificano verso i porti del Nord e del Centro Italia. Quale ruolo può avere in questa cornice il porto di Gioia Tauro? La sfida, invece, sarebbe intercettare i traffici merci del Mediterraneo integrando il sistema portuale con la rete ferroviaria. Perseguendo obiettivi diversi, la politica nazionale, senza alcun rossore, si ostina a negare le potenzialità di un Sud che appare sempre più defraudato da ogni legittima speranza di sviluppo. Chiediamo una netta inversione di rotta – conclude Alessandro Nicolò – perchè il Mezzogiorno e la Calabria non possono più sostenere nuove spoliazioni nè un ulteriore depotenziamento dei servizi”.
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