VIBO VALENTIA. La Procura di Vibo Valentia ha aperto un’inchiesta, al momento contro ignoti, a seguito della morte di una donna di 40 anni avvenuta nella tarda serata di lunedì all’ospedale di Vibo. La donna, Domenica Mandaradoni, di Pernocari, frazione del comune di Rombiolo, era stata in un primo tempo dimessa dopo aver accusato dei forti dolori intestinali. Ritornata in ospedale, è deceduta in serata. A seguito della denuncia del marito della donna, la Procura ha sequestrato la cartella clinica e disposto l’autopsia per chiarire le cause della morte. L’Asp di Vibo Valentia ha invece aperto un’inchiesta interna. La donna lascia due figli. La deputata Dalila Nesci (M5S) ha presentato un’interrogazione rivolta al presidente del Consiglio e ai ministri della Salute e dell’Economia sulla vicenda della quarantenne Domenica Mandaradoni, deceduta per cause in accertamento dopo un secondo intervento sanitario presso l’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia, dove era arrivata per forti malori da febbre. La parlamentare 5 stelle ha chiesto al ministro della Salute “se con urgenza non intenda inviare ispettori per far luce su quanto accaduto e su eventuali responsabilità del personale medico e sanitario. È doveroso – spiega la parlamentare 5 stelle – un accertamento ministeriale parallelo alle indagini della magistratura, già operativa per ricostruire fatti e responsabilità del caso. È assurdo che una signora di 40 anni possa morire come ha raccontato la stampa, lasciando peraltro due figli. Indipendentemente dal lavoro della magistratura, che mi auguro proceda con la rapidità necessaria, l’episodio non può lasciare indifferente il governo. Troppo spesso la cronaca registra fatti del genere in Calabria, che devono obbligare il potere nazionale e regionale a rivedere completamente i modi di agire. La sanità calabrese è in una fase di gravissima sofferenza, che richiede responsabilità, concretezza e investimenti, soprattutto per l’incremento del personale”. “Non ho parole – conclude Nesci – perché da parlamentare di opposizione segnalo puntualmente al governo centrale le gravi carenze e difficoltà della sanità calabrese, ogni volta ignorate. Non siamo figli di un dio minore”.