REGGIO CALABRIA. “Aldilà del documento approvato in Consiglio sulla sanità, ciò che è da sottolineare è il recupero di protagonismo da parte del Consiglio. Nel rispetto di ogni posizione, l’Assemblea recupera il proprio ruolo di luogo della discussione dei problemi dei cittadini”. Lo afferma la consigliera regionale Flora Sculco (Calabria in rete), secondo la quale “sulla sanità è decisivo superare le contrapposizioni e dare risposte ai calabresi, perciò non è sufficiente una sola seduta, anche per verificare quali mutamenti positivi si avranno nel breve periodo. Il Consiglio è chiamato ad esercitare, a partire dalla seduta di giovedì, le proprie prerogative di controllo e di vigilanza. Se si è data l’impressione di qualche sua timidezza, nell’agire in autonomia e con prontezza, dobbiamo fare in modo che non accada più. Se le fibrillazioni che attraversano la Calabria, le proteste, gli scontenti, persino la rabbia e l’insoddisfazione degli operatori della sanità e dei cittadini alla fine sono confluiti in Consiglio, è segno – aggiunge – che l’Aula consiliare ha una funzione importante cui si deve assolvere, per evitare che le polemiche degenerino in conflitti e che dai conflitti scaturisca la paralisi del sistema. Per lungo tempo la sanità è stata gestita per soddisfare gli interessi di pochi e di alcuni. È la storia inconfutabile di questi anni”. “La crisi della sanità, aldilà degli errori macroscopici compiuti dalle strutture Commissariali – evidenzia il capogruppo di Cir – coincide con la crisi del regionalismo e quindi con la crisi della stessa politica. Parliamoci chiaro: in questa difficile partita del superamento della crisi del sistema sanitario regionale, è in gioco la stessa credibilità della politica. La sanità non può essere considerata terreno di scontro politico: non lo consente l’etica, non lo consentono i calabresi. Se questa è la situazione, è evidente che bisogna tornare alla normalità e ridare a Cesare quel che è di Cesare e all’Istituzione regionale quello che le spetta: la funzione e la responsabilità di guida e di governo del settore. Questo va chiesto e va fatto. Ma non per tornare indietro, magari per ricreare altri vizi e riproporre vecchie impostazioni, ma per superare una condizione che appare insopportabile. Questo non significa in alcun modo, né deve significare che il passaggio da una fase Commissariale, che ormai, non ha più senso, rappresenti un ritorno al passato e magari a camuffate verticalizzazioni e a gestioni verticistiche che realizzerebbero un nuovo dominio, una nuova supremazia, una nuova concentrazione di potere che non farebbe funzionare le cose e non ci appare la medicina giusta per porre rimedio ad una situazione di cui noi tutti ci lamentiamo. Quello che serve, su questo tema e su questo argomento – conclude Flora Sculco – è mettere ordine e mettere in filiera compiti, funzioni e responsabilità, in modo chiaro ed inequivocabile e a ciascuno il suo, di compiti e di responsabilità, per esercitare una funzione di governo chiara e lucida, mirata e protesa a riorganizzare e qualificare i servizi sanitari nella nostra regione, riducendo sprechi e aumentando il livello di soddisfazione dei cittadini”.