LAMEZIA TERME. “Noi stiamo rispondendo alla sfida che ci sta lanciando Federmeccanica che, di fatto, vuole svuotare il contratto collettivo nazionale”. Così Roberta Turi, segretaria nazionale della Fiom Cgil, a margine dell’attivo unitario dei delegati di Fim, Fiom, e Uilm della Calabria a Lamezia Terme per discutere sul rinnovo del contratto. “Siamo qui in un territorio – ha aggiunto Turi – che ha sofferto tantissimo per la crisi. Qui la crisi morde ancora, probabilmente più che altrove, e chi rappresenta i datori di lavoro sta tentando di dare un colpo finale alla contrattazione perché negli ultimi anni la competizione si è giocata impoverendo ancora di più i lavoratori e, di fatto, non consentendo di migliorare le proprie condizioni ma nemmeno di mantenerle perché sono peggiorate. Quindi ci sta sfidando ed abbiamo deciso di reagire uniti come sindacati di categoria dopo più di otto anni di divisioni, esprimendo una posizione unitaria sulla trattativa e scioperando tutti insieme”. “Questo – ha concluso la segretaria nazionale della Fiom Cgil – la dice lunga sulla necessità che tutti i lavoratori reagiscano e si uniscano a noi nella protesta”. “Lo sciopero del 20 aprile è il tentativo di far cambiare idea a Federmeccanica”, ha detto dal canto suo Luca Maria Colonna, segretario nazionale della Uilm Uil. “In particolare – ha aggiunto – sulla proposta sul salario perché la proposta di Federmeccanica su questo argomento è una proposta selettiva in quanto darebbero i soldi solo a coloro che hanno il minimo contrattuale e rende residuale il contratto svuotandolo. Noi vogliamo un contratto tradizionale, come hanno fatto altre categorie importanti dell’industria”. “La situazione nella trattativa con Federmeccanica è sostanzialmente marmorizzata” ha invece sostenuto il segretario nazionale della Fim-Cisl, Gianfranco Gasbarro. “Lo sciopero – ha aggiunto – è per far sì che il tavolo riprenda la discussione perché per noi è fondamentale rinnovare il contratto e credo che sia fondamentale per tutti, anche per le imprese e per il governo. L’elemento di difficoltà che stiamo attraversando è la crisi che ci attanaglia da nove anni, anche se ci sono segnali di ripresa con aziende che hanno investito. Il Governo non può pensare che l’Italia possa fare a meno dell’impresa, dando l’impressione di essere contro l’industria”.