CATANZARO. “Sono gravissime le recenti accuse della procura di Roma circa la gestione di emergenze ambientali in siti d’interesse nazionale. Soprattutto, ci dicono di pesanti interessi, che toccherebbero simboli dell’ambientalismo nostrano”. Lo afferma Cono Cantelmi, candidato M5s alla presidenza della Regione Calabria, riguardo a un’inchiesta che coinvolgerebbe Silvio Greco, ex assessore all’Ambiente della Calabria, e il fratello Raffaele. “A prescindere dall’esito delle indagini, – dice – una riflessione oggettiva è d’obbligo sulla tutela dell’ambiente, in questo momento cruciale per il futuro della nostra regione. Molto spesso sindaci, amministratori regionali e provinciali hanno abbassato la testa alla speculazione industriale, pur di ottenere inaccettabili compensazioni a fronte di un inquinamento devastante. Lo abbiamo visto – prosegue Cantelmi – per l’assurdo rigassificatore a Gioia Tauro, per la centrale di Saline Joniche, per impianti a biomasse e per l’ex area industriale di Crotone. Stando alle ultime, poi, ci sarebbero stati perfino tentativi di aggiustare dietro compenso il processo Marlane. Come riportano atti parlamentari desecretati, la Calabria è interessata dallo smaltimento illecito di rifiuti tossici e pericolosi, cui si aggiunge il caso, irrisolto e finora aperto, delle navi dei veleni”. Per Cantelmi “soltanto una giunta regionale autonoma, forte e sganciata dai potentati può realizzare una reale tutela dell’ambiente, nell’ambito di un progetto politico per la deindustrializzazione, l’agricoltura di qualità, il turismo sostenibile e una gestione sana dei rifiuti, senza soggetti criminali. Questo è il programma Cinque stelle, questa è la Calabria in cui si può rimanere e costruire”.