CATANZARO. Continua la crisi del porto di Gioia Tauro. Lo rileva la filiale di Catanzaro della Banca d’Italia nell’annuale rapporto sullo stato dell’economia in Calabria. “Secondo i dati dell’Autorità portuale – è scritto nel rapporto – nel 2015 il traffico di container nel porto di Gioia Tauro è calato sensibilmente (-14,2 per cento); sull’attività dello scalo continuano a pesare diversi fattori di debolezza che già negli ultimi anni ne hanno frenato lo sviluppo”. Secondo Bankitalia, “pur rimanendo tra i principali porti del Mediterraneo, Gioia Tauro ha perso il primato acquisito tra la metà degli anni Novanta e i primi anni Duemila in termini di movimento di container. Nonostante l’aumento del traffico marittimo nel Mediterraneo, alcuni cambiamenti strutturali hanno fortemente accresciuto la concorrenza con gli altri grandi porti specializzati nel transhipment. Vi ha influito innanzitutto l’aumento della capacità di movimentazione dei container in Spagna, nel Nord Africa, a Malta, in Grecia e in Turchia”. Tra i fattori che determinano la crisi del porto di Gioia Tauro il rapporto della Banca d’Italia inoltre individua “la scarsa presenza di attività di trasformazione nel retro porto e la distanza dai principali mercati nazionali e internazionali, acuita dalla scarsa dotazione infrastrutturale, in particolare ferroviaria”. Anche l’intervento pubblico in favore dell’infrastruttura gioiese secondo Bankitalia non ha prodotto i risultati sperati. “L’Accordo di programma quadro (Apq) Polo Logistico Intermodale di Gioia Tauro, stipulato nel 2010, prevedeva 20 interventi per un ammontare di risorse pari a 495 milioni di euro, da destinare a infrastrutturazione a mare (71 milioni), incentivi per le imprese (55 milioni), servizi (20 milioni), intermodalità e infrastrutturazione a terra (rispettivamente, 57 e 292 milioni). Secondo gli ultimi dati disponibili, solo gli interventi relativi all’infrastrutturazione a mare registrano un livello di avanzamento significativo. Per quanto riguarda l’intermodalità – è scritto poi nel rapporto – a novembre 2015 si è infine conclusa la gara finalizzata all’esecuzione e gestione del nuovo terminal ferroviario, i cui lavori dovrebbero terminare nel 2017. Il pieno sviluppo del trasporto intermodale di merci rimane però subordinato al completamento degli investimenti previsti sulla rete ferroviaria nelle direttrici Gioia Tauro-Salerno e Gioia Tauro-Taranto-Bari”. Con riferimento invece agli incentivi per l’attrazione di nuove imprese la filiale catanzarese della Banca d’Italia rimarca come “a fronte degli scarsi risultati raggiunti da alcuni bandi regionali emanati nel biennio 2013-14 e volti a favorire iniziative di logistica industriale, si era registrata a ottobre 2015 la stipula di un Contratto di sviluppo del valore di 85 milioni con la società Tua Autoworks Italia, per la realizzazione a Gioia Tauro e Modugno (Bari) di due siti produttivi per la fabbricazione di autoveicoli”, tuttavia “negli incontri svolti presso il Ministero dello Sviluppo economico ad aprile 2016 è emersa l’intenzione dell’azienda di modificare il progetto, allo scopo di concentrare l’intero investimento in Puglia”. Bankitalia infine ricorda che “al fine di rendere più attrattiva la localizzazione di attività logistiche o industriali a Gioia Tauro, la Regione Calabria ha presentato due disegni di legge (nel 2013 e nel 2015) per la creazione di una Zona economica speciale (Zes), che offra procedure agevolate e incentivi fiscali per la realizzazione di nuovi investimenti o per il funzionamento delle piccole e medie imprese localizzate nell’area”, ma “entrambe le proposte risultano attualmente ferme in Parlamento”.