CATANZARO. “Chiù deleghi pe tutti! Ecco il geniale slogan per la promozione della Calabria escogitato in prossimità dell’estate, ma soprattutto dopo la batosta del voto del 5 giugno a Cosenza, dal presidente Oliverio che, per ottenere il magistrale risultato, ha rinchiuso in un convento il suo think tank per ben tre giorni”. Lo afferma Domenico Tallini, consigliere regionale di Forza Italia. “Lo slogan richiama il film di Albanese e – aggiunge Tallini – dà l’idea di un ‘governatore’ dinamico, da cui lo stesso Renzi può attingere idee, visto che a saperlo, per imporre il ‘pensiero unico’ dell’uomo solo al comando, avrebbe potuto, per aggirare ogni forma di controllo, elargire deleghe ministeriali in Parlamento, senza scatenare il putiferio della riforma costituzionale. Insomma, siamo all’ilarità generale. Tra poco la Regione, oltre che sprofondare per ‘Pil’ e disoccupazione giovanile al 50 per cento, sprofonderà sotto le risate degli italiani. Sarebbe bene che qualcuno dei supertecnici con marchio assessorile spiegasse al gran capo che non si superano le crisi politiche e i fallimenti del Pd manipolando ad uso e consumo le regole costituzionali e statutarie. L’impressione è che Oliverio non abbia ancora compreso che l’Istituzione che presiede non è un comune o una provincia”. “La Regione è fatta di poteri diversi, un esecutivo per la gestione e un legislativo per il controllo, che vanno tenuti distinti. E’ l’abc della democrazia. Se fossero vere le indiscrezioni che circolano sulle deleghe gestionali attribuite dal Presidente a più consiglieri regionali, saremmo davanti alla riduzione del Consiglio regionale ad un dopolavoro. Il controllo dell’Esecutivo è una delle prerogative più alte che connotano la figura dei consiglieri regionali, ma se questi sono cooptati nell’Esecutivo con escamotage anticostituzionali, è scontato che a farne le spese è la funzione di controllo e lo stesso ‘status’ di consigliere regionale che viene ridotto ad esecutore degli ordini del ‘governatorè e, per di più, nella gerarchia dell’Esecutivo viene incredibilmente dopo, sia per peso politico che per riconoscibilità istituzionale, gli assessori tecnici che non hanno avuto alcuna investitura popolare, un vero e proprio caos che lascia presagire che le cose peggioreranno. Per il sottoscritto, questa procedura confusa e approssimativa è irriguardosa verso l’autonomia dell’Assemblea regionale che, cosi facendo, perde autorevolezza, prestigio e dignità. Oliverio ha inventato un ibrido: il consigliere-assessore che, da ciò che si capisce, non eserciterà più le funzioni di controllo ispettivo proprie del consigliere e non conterà un’h come assessore, ma senz’altro farà bella figura col proprio elettorato”.