CATANZARO. “Ben undici nomine di dirigenti, assai costose e del tutto velleitarie e inopportune, oltre al direttore tecnico e a quello amministrativo. Una previsione di spesa di qualche milione di euro sulle spalle dei calabresi. È questa la trovata del nuovo direttore generale dell’ Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese (Arsac), che, in piena campagna elettorale e a ridosso delle elezioni regionali, ha pensato bene di indire una manifestazione d’interesse, con una procedura di dubbia legittimità, che scade il 7 novembre”. Lo scrive la segreteria regionale della Fp-Cgil. “Ci chiediamo – continua il comunicato – è accettabile la nomina di questi undici, inutili e costosi dirigenti, laddove all’ interno dell’Arsac ci sono tantissimi dipendenti con titoli di studio idonei a poter svolgere i compiti previsti dalla legge istitutiva? Perché – chiede la Fp-Cgil – non si è assolutamente tenuto conto dei rilievi fatti in merito da questa organizzazione in sede di concertazione, concertazione che il direttore generale ha deciso di chiudere in modo unilaterale? La manifestazione d’interesse – secondo la Cgil – di dubbia legittimità, che scade il 7 novembre, fa bene intendere che subito dopo si faranno le nomine, prima delle elezioni. Ci chiediamo, se la prossima giunta non dovesse confermare la dotazione organica prevista, chi paga i contratti dirigenziali sottoscritti? Come volevasi dimostrare, quando si vuole piegare la norma ai propri (inconfessabili) desideri si combina un pasticcio”. Inoltre, scrive la Fp-Cgil regionale, “considerato che l’Arsac, essendo ente strumentale della Regione Calabria interamente finanziato con la legge di bilancio, tenuto conto delle note difficoltà economica della Regione, non riesce a erogare gli stipendi con regolarità ai dipendenti di ruolo, riteniamo a dir poco irresponsabile prevedere un così alto numero di dirigenti, con spese milionarie, e specie tenendo conto che l’Arsac potrebbe svolgere in modo efficiente tutte le funzioni previste con il suo personale di servizio. La Funzione pubblica Cgil Calabria – si legge – denuncia in modo deciso questa spirale di spese inutili in questo momento di crisi senza fine”.