“Figura centrale del sistema affaristico criminale” scoperto dalla Guardia di finanza di Roma con l’operazione “Labirinto” è “un faccendiere capitolino, originario della Calabria, attivo nel settore delle pubbliche relazioni che, forte di ‘entraturè politiche e grazie a salde, antiche relazioni con personalità di vertice di enti e società pubbliche, costituiva lo snodo tra il mondo imprenditoriale e quello degli enti pubblici”. L’uomo, secondo gli investigatori, svolgeva “un’incessante e prezzolata opera di intermediazione nell’interesse personale e di imprenditori senza scrupoli interessati ad aggiudicarsi gare pubbliche”. Non solo: il faccendiere, “sfruttando i legami stabili con la ‘politicà, si adoperava anche per favorire la nomina, ai vertici di enti e di società pubbliche, di persone a lui vicine, così acquisendo ragioni di credito nei confronti di queste che, riconoscenti, risultavano permeabili alle sue richieste”. Il faccendiere, sempre secondo i finanzieri, utilizzava uno studio accanto al Parlamento, in una nota via del centro, “per ricevere danaro di illecita provenienza, occultarlo e smistarlo”, avvalendosi in un caso anche della collaborazione di un parlamentare, attualmente indagato. Il faccendiere coinvolto nell’inchiesta della Procura di Roma è Raffaele Pizza, fratello di Giuseppe, quest’ultimo sottosegretario alla pubblica istruzione dal 2008 al 2011, ora segretario nazionale della nuova Democrazia Cristiana.