CATANZARO. “L’ansia di proporsi come il dopo-Oliverio fa brutti scherzi al “prof” prestato alla politica. Che cerca di accreditarsi a tutti i costi come il “nuovo” e colui che non esita a farsi nemici pur di fare prevalere il bene comune. Peccato che non sia così, tanto che le sue note stampa grondano di inesattezze e in alcuni casi di ingenua non conoscenza dei fatti”. Lo afferma, in una nota, Domenico Tallini, consigliere regionale di Fi, a giudizio del quale “attribuire al presidente Oliverio il merito di avere completato e aperto la cittadella regionale significa avere una bella faccia tosta. Ancor peggio sostenere che la cittadella era già pronta dal 2012, quando tutti sanno che il governo del centrodestra è stato decisivo per trasformare un ammasso di ferri in una moderna opera. Ma d’altronde questa – prosegue Tallini – è l’unica strategia che l’accoppiata Oliverio-Viscomi (il passato e il futuro ?) riesce a mettere in campo: demonizzare quello che hanno fatto le amministrazioni precedenti. Ma non si accorgono che i calabresi ormai sono stufi del ritornello “abbiamo raccolto una pesante eredità dal passato”. Si mettano seriamente al lavoro Oliverio e i suoi “professori”, la smettano di dare lezioni a tutti, prendano atto della loro incredibile serie di gaffe e di errori che sta coprendo di ridicolo la Calabria. Quanto all’operazione “fitti zero” – dice ancora Tallini – , ricordo al prof. Viscomi che tutto quello che si sta facendo oggi si muove nel solco di azioni già avviate dalla vituperata giunta di centrodestra che ha eliminato l’80% dei fitti anche nei vari territori delle provincie di Vibo, Crotone Reggio e Cosenza oltre di Catanzaro. Se oggi la Calabria ha una sede dignitosa e unica, se la Regione può permettersi finalmente di disdettare decine di uffici privati, lo si deve all’impegno di chi ha avviato percorsi virtuosi. La leadership del centrosinistra – conclude – il “prof” se la conquisti con altri metodi, dimostrando sul campo risultati, senza evocare “rivoluzioni” che stanno solo nella sua fantasia e che all’attenzione dei calabresi arrivano come la canzone di Mina “parole, parole, parole, soltanto parole”.