ROMA. Più al Sud che al Nord, con punte che hanno superato il 70% in Sicilia e in Sardegna. Il No alla riforma della Costituzione ha attraversato tutte le regioni dello stivale, con tre sole eccezioni (Trentino Alto Adige, Emilia-Romagna e Toscana) dove però il numero dei favorevoli ha superato solo di poco quello dei contrari. Analizzando i dati definitivi del voto di domenica, pubblicati sul sito del Viminale, il Sì stravince (come era nelle previsioni) solo all’estero, con il 64,7% delle preferenze contro il 35,3% dei No. Per il resto la sconfitta dei sostenitori della riforma è sonante, anche perché la maggior parte delle regioni sono governante dal centrosinistra. In Piemonte, amministrata da Sergio Chiamparino, i No sono arrivati al 56,47%, nel Friuli Venezia Giulia della vice segretaria del Partito democratico, Debora Serracchiani, hanno sfiorato quota 61%, in Umbria, retta da Catiuscia Marini, si sono imposti con il 51,17%, mentre nelle Marche di Luca Ceriscioli i favorevoli si sono fermati al 44,95%. Nel Lazio, guidato da Nicola Zingaretti, i No hanno quasi ‘doppiato’ i Sì (1.914.397 contro 1.108.768), in Abruzzo (il presidente è Luciano D’Alfonso) sono arrivati al 64,39%, in Molise (il governatore è Paolo Di Laura Frattura) al 60,78%. Nel Mezzogiorno la vittoria dei No si fa ancora più schiacciante. In Campania (alla Regione c’è Vincenzo De Luca) i voti contrari sono stati il 68,52% del totale, in Puglia (retta da Michele Emiliano) il 67,16%, in Basilicata (il presidente è Marcello Pittella) il 65,89%, in Calabria (governata da Mario Oliviero) il 67% e nella Sicilia di Rosario Crocetta il 71,58%. Il record di No si registra in Sardegna, anche questa a guida centrosinistra con Francesco Pigliaru: i contrari alla riforma della Costituzione sono stati il 72,22% degli elettori, i Sì si sono fermati al 27,78. Il Sì, come detto, è riuscito a imporsi solo in Trentino Alto Adige (con il 53,87%), nella Toscana governata dal dem Enrico Rossi (52,51%) e nell’Emilia Romagna di Stefano Bonaccini, per meno di 20mila voti. Anche in Lombardia, Veneto e Liguria, le tre regioni a trazione centrodestra, i No hanno sbaragliato rispettivamente con il 55,49%, con il 61,94% e con il 60,08%. La riforma approvata dal Parlamento, infine, è stata respinta anche in Valle d’Aosta dove il No ha vinto col 56,75%.