CATANZARO. E’ iniziata lunedì 3 aprile, per concludersi presumibilmente il 12 aprile, salvo scoperte anticipate, una speciale missione che vede protagonista l’Arpacal, l’agenzia regionale per l’ambiente della Calabria. Si tratta di un monitoraggio veramente particolare – spiegano all’agenzia – perchè le strumentazioni di alta tecnologia che l’Arpacal usa per conoscere le profondità del mare calabrese, in questa occasione serviranno a trovare un reperto archeologico tanto importante quanto avvolto nel mistero e nella leggenda. Si tratta di un’antica nave romana che insieme alle sue due imbarcazioni gemelle potrebbe giacere sul fondo del lago di Nemi, vicino Guidonia, a pochi chilometri da Roma. Mentre le prime due imbarcazioni romane furono scoperte agli inizi del Novecento in una delle più importanti operazioni archeologiche del nostro Paese, la terza nave non è stata ancora trovata sebbene la leggenda la indichi come presente. L’Arpa Calabria ha tra le sue strumentazioni alcuni macchinari che sono molto rari in Italia al punto che è stata l’Arma dei Carabinieri, in occasione di un sopralluogo alla ricerca di condotte depurative marine sotterranee in Calabria, a chiedere la collaborazione dell’Arpacal per questo speciale progetto archeologico di valenza internazionale. La terza nave dell’imperatore Caligola, infatti, è una dei misteri ancora irrisolti dalla comunità scientifica internazionale. Accanto a questa strumentazione così particolare, a Nemi andrà il geologo Luigi Dattola, in servizio al Centro Geologia e Amianto, diretto d Teresa Oranges. Dattola è il tecnico che “guiderà” la strumentazione per farle dare risultati leggibili del fondo del lago. Si tratta di un “side scan sonar” e di un “sub bottom profiler”, utilizzate dal Centro Geologia e Amianto per le attività necessarie da condurre sui fondali marini regionali per studi ambientali finalizzati a varie tipologie d’indagine: dai rifiuti abbandonati alla mappatura della posidonia, piuttosto che ai rilievi necessari per eventuali ripascimenti. L’agenzia ambientale calabrese – si fa rilevare – ha dato la sua disponibilità di strumentazione e tecnici per questa ricerca senza dover sopportare alcun costo a carico dei propri bilanci, in quanto il Comune di Nemi e le altre autorità interessate al progetto si sono offerte di finanziare in toto le spese necessarie per usufruire della strumentazione e del tecnico Arpacal, che in questi giorni non erano occupati da attività in campo in Calabria. E’ stata, infatti, siglata una convenzione tra l’Arpacal ed il Comune di Nemi per regolare gli impegni tra i due enti, rispettando in primis la tempistica che l’agenzia calabrese ha da tempo pianificato per l’uso istituzionale in Calabria di questa strumentazione. “Abbiamo concretizzato – ha commentato il Commissario dell’Arpacal, Maria Francesca Gatto – quanto la legge istitutiva del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) ha codificato, ossia il mutuo sostegno tra le Arpa in una visione nazionale: siccome l’Arpa del Lazio non ha questa strumentazione, abbiamo dato la disponibilità noi, dando una risposta unica “di sistema” al Comune di Nemi e alle altre Autorità interessate in questo interessante progetto di ricerca internazionale. Ciò permetterà all’Arpacal anche di caratterizzarsi, per la peculiarità di queste attività, nel sistema nazionale delle Agenzie”. Lunedì mattina Dattola, allestito il furgone con tutta la strumentazione necessaria, è partito da Cosenza alla volta di Nemi.