Centinaia di migliaia di agnelli e capretti massacrati e macellati. Ogni anno la Pasqua degli uomini esige in tributo la vita di agnelli, agnelloni e capretti. Cuccioli con pochi giorni di vita strappati di forza alle loro madri per imboccare la strada senza ritorno dei mattatoi. Immagini violente ed agghiaccianti, un massacro tremendo contro il quale l’associazione Enpa, Ente nazionale protezione animali, ha promosso una petizione per dire no alla macellazione e al maltrattamento degli agnelli. Dal 2007 sono state raccolte su Firmiamo.it 9.613.377 firme.
Una campagna quella contro il massacro degli agnellini a Pasqua, portata avanti anche da Animal Equality, organizzazione internazionale per i Diritti animali che, dal 2006, lavora per prevenire e combattere la crudeltà nei confronti di tutti gli animali mediante investigazioni, salvataggi, progetti educativi e azioni legali.
Un video dalle immagini forti e impressionanti quello realizzato da Animal Equality: c’è il momento della “pesatura”, una pratica del tutto illegale in cui i poveri agnellini vengono legati e issati per essere pesati in gruppo. Una pratica molto dolorosa per questi animali che provoca loro strappi muscolari e dei legamenti e che li induce a scalciare nel tentativo di trovare una postura meno faticosa con il rischio di procurarsi lesioni ancora più gravi. E poi ancora le terribili immagini degli agnelli radunati in stretti recinti delimitati da grate metalliche fino alla loro brutale uccisione.
Ma perché tutto cio’? La Pasqua è una festa dello spirito, non della carne. E senz’altro non della carne di migliaia di agnelli che ogni anno vengono sterminati per diventare un piatto di portata. La Pasqua è la festa della rinascita, della resurrezione di ognuno di noi. Cosa c’entra macellare poveri animali indifesi?
La strage degli agnelli a Pasqua Non si giustifica con la religione.
Ormai da tempo la Chiesa è molto chiara su questo argomento: il crudele sacrificio in massa degli agnelli non ha nulla a che fare con il sacro.
Come ribadisce sul settimanale Famiglia Cristiana il direttore don Antonio Rizzolo, “questi crudeli sacrifici non hanno nulla a che fare con il sacro”. Punto. Piuttosto l’agnello di Dio, che viene invocato dal sacerdote al momento della comunione durante la messa, rappresenta il simbolo di un animale mite, indifeso, ma dotato di una forza interiore straordinaria, grazie alla quale riesce a sconfiggere il male. Quindi, da un punto di vista religioso dovremmo rispettare e prenderci cura degli agnelli e non ucciderli e macellarli in massa nei giorni di Pasqua: 800mila l’anno, solo in questo periodo.