CROTONE. Da martedì mattina un gruppo di lavoratori alle dipendenze del Marrelli Hospital, struttura sanitaria crotonese specializzata nella cura delle malattie oncologiche, è riunito in un sit in davanti al palazzo municipale di Crotone per protestare contro il commissario regionale alla Sanità Massimo Scura dalle cui decisioni dipende la sopravvivenza dello stesso ospedale e del posto di lavoro di un centinaio di dipendenti. Già nella giornata di ieri i dipendenti avevano tenuto un’assemblea con le organizzazioni sindacali, alla presenza del sindaco di Crotone Ugo Pugliese e di altri rappresentanti istituzionali, per chiedere di destinare al Marrelli hospital, attraverso l’accreditamento delle prestazioni, un budget sufficiente ad affrontare le centinaia di richieste di cura che arrivano alla struttura da pazienti di tutta Italia. Nei mesi scorsi il Marrelli hospital ha ottenuto dall’Ufficio del commissario regionale alla Sanità un budget di 3 milioni di euro che è servito per erogare prestazioni gratuite solo per quattro mesi. Ora che i fondi sono esauriti, la casa di cura crotonese potrà erogare solo prestazioni a pagamento, di fatto costringendo i pazienti calabresi ad emigrare verso strutture del nord Italia convenzionate con il servizio sanitario pubblico. Per risolvere il problema l’Azienda sanitaria di Crotone, nel marzo scorso, ha adottato una delibera con la quale individua il fabbisogno di prestazioni specialistiche nella provincia che sono di gran lunga superiori a quelle che la struttura pubblica riesce a soddisfare e invita l’Ufficio del commissario ad acquistare le prestazioni in eccedenza presso il Marrelli hospital. Una richiesta alla quale il commissario Scura, tuttavia, non ha mai dato risposta malgrado anche un’apposita deliberazione approvata della conferenza dei sindaci del crotonese. I dipendenti del Marrelli hospital, pertanto, hanno sollecitato Scura a prendere atto della delibera dell’Asp ferma sul suo tavolo ormai da cinque mesi. Proprio questa mattina, invece, il commissario ha rimandato la delibera al Dipartimento regionale alla Salute sostenendo che necessita di alcune correzioni. Da qui l’inasprimento della protesta con il sit in dei lavoratori e una diffida della proprietà ad emanare il decreto di presa d’atto della delibera dell’Asp pena una denuncia per omissione di atti d’ufficio.