COSENZA. Un giovane di 29 anni, Stanislao Sicilia, è stato ucciso questa notte a Vaccarizzo di Montalto Uffugo, nel Cosentino. Il fatto è avvenuto in piazza Garibaldi. Il giovane, per quanto appurato dai carabinieri, intervenuti sul posto, era intento ad ascoltare della musica nella sua auto, una Smart, in una via vicino alla piazza. Avrebbe visto arrivare l’auto di un trentunenne, con il quale aveva avuto delle discussioni nei giorni scorsi. Sicilia si sarebbe allontanato, in auto, ma sarebbe stato inseguito e costretto a fermarsi. Poi la vittima avrebbe tentato la fuga a piedi, ma sarebbe stato colpito, alle spalle, da diversi colpi di pistola. L’assalitore si è poi allontanato, mentre Sicilia veniva soccorso dalla sorella, che aveva sentito gli spari, visto che la casa di famiglia è a poca distanza dal luogo. Portato alla guardia medica di Montalto, purtroppo per lui non c’è stato nulla da fare. L’uomo che ha sparato si è poi presentato alla questura di Cosenza. Si tratta di Carmine Cristini, 31 anni. Per il delitto, secondo quanto accertato dai Carabinieri, è stata utilizzato un’arma calibro 9. Cristini, che è stato bloccato, dalla polizia, nell’abitazione di un parente, a Bucita di San Fili. L’uomo è un ex collaboratore di giustizia, avendo fornito diverse informazioni alla procura di Cosenza, utilizzate per effettuare alcune operazioni contro la criminalità organizzata locale. Per questo è stato anche sotto protezione. Ha poi commesso una rapina ed è stato estromesso proprio per questo dal programma. “Subito dopo che è stata avvisata la stazione di Montalto Uffugo, ci siamo messi sulle tracce dell’omicida, avendo raccolto delle testimonianze precise”. Lo ha detto il colonnello Giuseppe Brancati, Comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza, in riferimento all’omicidio di un giovane di 29 anni, avvenuto questa notte. “Nello spirito di coordinamento con le altre forze di polizia, non appena abbiamo identificato il presunto omicida, abbiamo avvisato la questura e i colleghi della polizia sono stati bravi a rintracciarlo – dice Brancati – e adesso infatti stiamo lavorando insieme, con la magistratura, per l’interrogatorio”.
Soprintendenza ai beni architettonici, l’Ance di Reggio, “No alla chiusura”
REGGIO CALABRIA. “Riteniamo sia profondamente sbagliata, oltre che priva di logica, l’ipotesi di una cancellazione della Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici della Calabria meridionale, delineata dalla recente strategia ministeriale nell’ambito della redistribuzione delle sedi territoriali. Si tratta di un provvedimento che appare estremamente penalizzante verso un territorio, come quello reggino, bisognoso di autorevoli punti di riferimento istituzionali”. Intervengono così i vertici di Ance Reggio Calabria in merito al processo di riorganizzazione delle sedi dirigenziali di seconda fascia, che appare in dirittura d’arrivo, avviato dal ministero per i Beni culturali. La misura, nella nostra regione, interesserebbe oltre alla città dello Stretto anche Vibo Valentia. “Siamo contrari ad una scelta – ribadisce l’associazione presieduta da Francesco Siclari – che non fa altro che impoverire la nostra provincia, privandola di un interlocutore fondamentale anche all’interno delle dinamiche che attengono al più ampio funzionamento del sistema produttivo locale. Al di là di quelle che possono essere visioni diverse nel merito dei problemi, la nostra associazione riconosce il valore del lavoro svolto dalla Soprintendenza, nell’ambito di un rapporto con la nostra categoria fondato sulla legalità, sulla trasparenza e sul rispetto reciproco dei ruoli”. Inoltre, ad avviso dei costruttori edili reggini, “la tutela del paesaggio e la valorizzazione del patrimonio architettonico costituiscono dei segmenti chiave su cui sono chiamati a operare sinergicamente professionisti, imprese e istituzioni. La soppressione della Soprintendenza – prosegue la nota – deve dunque essere scongiurata, se vogliamo evitare un ulteriore indebolimento di un circuito in cui è necessario che tutti gli attori svolgano pienamente la loro parte. Purtroppo – conclude Ance Reggio Calabria – accade molto spesso che la nostra città e la nostra provincia siano al centro delle attenzioni degli “sforbiciatori” di turno che, dietro il pretesto della spending review, sottraggono presidi istituzionali e posti di lavoro a questa terra, lasciando invece in vita uffici del tutto inutili in altre aree del Paese che non ne hanno assolutamente bisogno”.