CATANZARO. “L’aumento del 20% degli stipendi di 5 manager della sanità calabrese ci lascia un pò perplessi. Al di la del dato puramente matematico e normativo che, sicuramente potrebbe legittimare, su un piano meramente tecnico il riconoscimento delle premialità, tuttavia stride, su un piano meramente politico e di percezione dei servizi sanitari offerti alla collettività”. Lo afferma, in un documento, la Cgil. “La sensazione negativa – si legge – non è solo della CGIL, nelle sue articolazioni, ma anche dei cittadini che di sicuro non avvertono una sanità migliore rispetto all’era Scopelliti, cioè quando l’ex Presidente ricopriva anche il ruolo di Commissario Straordinario e nemmeno oggi che la sanità calabrese è gestita da un Ingegnere. Alla nostra organizzazione sindacale, che lo ha ribadito più volte, poco interessa chi comanda in sanità. Siamo solo interessati a che gli operatori del settore possano lavorare in sicurezza ed i cittadini abbiano i servizi sanitari efficaci ed efficienti, affinché non siano obbligati, come purtroppo succede, ad andare fuori regione. La ricostruzione che tutti quotidianamente, stampa compresa, fanno della sanità calabrese è quella di un malato cronico al quale vengono somministrate cure palliative. Carenza di personale, concorsi che nonostante le autorizzazioni stentano a decollare, graduatorie che sebbene vigenti non vengono scorse, pronto soccorso trincee di guerra, Lea non proprio esaltanti, liste d’attesa inimmaginabili, esami diagnostici che dilatati nel tempo, ospedali che non si costruiscono e strutture sanitarie non proprio efficienti, medicina sul territorio carente, ed altro ancora”. “Se questi sono i risultati – continua la nota – dopo anni di commissariamento e di contenimento della spesa, salvo poi dilatarla per fare fronte all’incontrollato mondo della sanità privata, ci chiediamo quali sono gli obbiettivi che i direttori generali hanno raggiunto, ma a questo punto verrebbe da chiedersi quali obiettivi sono stati loro assegnati. Noi pensiamo – insiste la Cgil – che su tutto questo, al di la del commissariamento o mento, il Dipartimento della Salute della Regione Calabria non sia assolutamente un turista per caso, ovviamente non buttiamo la croce sull’attuale Direttore Generale, peraltro ad interim, ma crediamo che nell’ambito della continuità amministrativa chi doveva controllare non ha controllato ed ha il dovere di rispondere del suo operato. Al Presidente della Regione, con la manifestazione del 16 novembre, abbiamo, anche su questo tema, inviato un chiaro ammonimento ossia che non facciamo sconti, poiché alla nostra organizzazione poco importa se il Governatore voglia incatenarsi oppure no a Palazzo Chigi, quello che chiediamo sono soluzioni concrete ed azioni incisive, un cambio di passo vero che scrolli la sanità calabrese dalle macchiette e dalle caricature da rivista degli ultimi anni. Pertanto – si legge – auspichiamo una positiva collaborazione inter istituzionale al fine di poter dare risposte adeguate e concrete sia agli operatori del settore che alle esigenze di salute dei cittadini. Per quanto ci riguarda agiremo con questo intento”.