CATANZARO. Mercoledì 10 dicembre, alle 17, nel Complesso monumentale del San Giovanni, l’assessore alla cultura, Luigi La Rosa, e l’assessore alla pubblica istruzione, Antonio Sgromo, parteciperanno alla cerimonia di inaugurazione “Di donna in donna, tra arte, follia e creatività…e per finire le mostre”. Sono tre i diversi allestimenti che chiudono l’itinerario delle giornate antropologiche organizzate dall’assessorato alla pubblica istruzione di Palazzo De Nobili: “Il lessico del sintetico: tra inconscio e creatività”, a cura del docente della Scuola di scultura dell’Accademia di Belle arti, Cinzia Nania; “Cara Alda, noi ti ricordiamo….così”, a cura dell’associazione Zefiro; “Cappelli e quadri: alla ricerca della genialità femminile”, a cura dell’Associazione Opportunità. Quello proposto da Cinzia Nania è un viaggio che affonda le sue radici nell’arte tridimensionale, attraverso l’utilizzo di materiali e tecniche artistiche di accumulazione e assemblaggio, per esprimere un disagio interiore che caratterizza un vissuto tutto al femminile. L’artista, prendendo a modello il corpo umano e le sue rappresentazioni problematiche, indaga la dimensione della donna come simbolo di energia e fertilità, ma anche come icona di sofferenza e di intimo dolore. L’allestimento curato dall’Associazione Opportunità e diretto dall’architetto Antonella Caroleo, propone il cappello come grande protagonista della moda e della storia del costume, specialmente nel Novecento, secolo nel quale è stata segnata la sua trasformazione in strumento di comunicazione attraverso il cinema, le arti e le passerelle degli stilisti. All’interno dell’allestimento trovano spazio la sezione dei cappelli realizzati dalla modista catanzarese Teresa Rotella, e i suggestivi quadri realizzati dalla pittrice Nelly Sanzi. Con una singolare installazione, realizzata dall’artista Giorgio Alfieri per l’Associazione Zefiro, rinasce in un locale di Scesa Case Arse la casa di Alda Merini. “Il muro degli angeli”, simbolico filo conduttore delle esposizioni, è affiancato da una moltitudine di oggetti opportunamente scelti per far rivivere il clima di disordinata quotidianità che ha accompagnato e identificato la Merini durante la sua vita nella “casa sui Navigli”: i variopinti foulards, i libri, le immancabili sigarette e i mozziconi sparpagliati ovunque, i numeri telefonici scritti con pennarelli, matite o rossetto direttamente sul muro, sui mobili, sullo specchio, per provare a far rivivere lo sfondo dell’opera artistica della poetessa milanese. “Le giornate antropologiche – hanno affermato gli assessori Sgromo e La Rosa – troveranno la propria sublimazione con un evento artistico molto originale. Le suggestive visioni che vengono approfondite dagli allestimenti propongono tre differenti percorsi che, seguendo il filo conduttore della sensibilità e dell’animo femminili, accompagneranno gli amanti dell’arte in un trittico di viaggi innovativi e fuori dagli schemi che verranno sicuramente apprezzati da tutti”. Sarà possibile visitare le tre mostre tutti giorni (lunedì escluso) fino al 21 dicembre, dalle 10 alle 13, e dalle 16 alle 19.