CATANZARO. Sanità, appalti e contratti della pubblica amministrazione, interdittive antimafia: sono questi i settori sui quali si è maggiormente concentrata l’attività del Tar Calabria nel corso del 2017. È quanto è emerso dalla relazione del presidente Vincenzo Salamone illustrata nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale amministrativo regionale: in sintesi, la relazione ha evidenziato come in Calabria la pubblica amministrazione presenti ancora criticità e zone d’ombra. Nel suo rapporto, Salamone si è soffermato in primo luogo sui risultati raggiunti nel 2017 dal Tar Calabria: in particolare, il presidente ha evidenziato “la notevole riduzione dell’arretrato (da 6.924 ricorsi pendenti all’1 gennaio 2017 ai 4.321 pendenti al 31 dicembre scorso), con una percentuale di quali il 38%, la più alta d’Italia nell’ambito della giustizia amministrativa”, quindi “i tempi medi di attesa del giudizio amministrativo che a Catanzaro è di 704 giorni, 352 giorni in meno del 2016” e infine l’affidabilità del sistema del processo amministrativo telematico che “al primo anno di funzionamento ha visto 8.432 depositi di atti, dei quali solo l’11% è stato respinto”. Numeri che Salamone ha sottolineato con particolare soddisfazione nella consapevolezza di “operare in un contesto non sempre facile in cui le richieste di giustizia rivolte al Tar costituiscono il rimedio estremo del cittadino, e soprattutto di quello più debole”. Scendendo nel dettaglio dei temi dei quali si è occupato il Tar Calabria, spicca in primo luogo quello delle interdittive antimafia che – è riportato nella relazione – “hanno riguardato pressoché tutti i settori dell’economia e dell’imprenditoria, anche segno di una maggiore incidenza dei fenomeni di criminalità organizzata”, incidenza che “si caratterizza prevalentemente nella pubblica amministrazione”: nel 2017 sono sopravvenuti 39 ricorsi legati ad appalti, a concessioni demaniali revocate o allo svolgimento di attività economiche sospese dall’emanazione di un provvedimento prefettizio, mentre le sentenze sono state 62. Particolare attenzione è stata poi riservata alla materia della sanità pubblica, che – ha rilevato il presidente del Tar nella sua relazione – “è caratterizzata in Calabria da particolare problematicità con riguardo sia agli elevati costi sia al livello di efficienza. La problematica di fondo che riguarda il contenzioso nel settore sanitario è connessa al fatto che verte tendenzialmente fra tre parti in causa, e cioè il commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro, che in Calabria è organo statale non coincidente con il presidente della Giunta regionale ed è il principale soggetto agente, gli operatori privati e la Regione insieme alle aziende sanitarie. La Regione Calabria – è riportato ancora nella relazione – è titolare di poteri pubblici residuali ma sovente si pone in una posizione antagonista rispetto all’azione del commissario e questa peculiare condizione determina una situazione di incertezza nel riparto delle competenze amministrative”. Molto “complesso” poi, secondo il presidente Salamone, “è stato il contenzioso in tema di appalti e di concessione di opere e servizi pubblici” anche per l’avvio dell’attuazione del nuovo codice dei contratti della pubblica amministrazione emanato nel 2016: “Si tratta di controversie che normalmente vengono definite con procedure caratterizzate da una peculiare snellezza del processo e celerità delle decisioni”, prosegue la relazione, che parla di soli 44 ricorsi pendenti dei 264 depositati nell’ultimo triennio. Nel 2017 inoltre il Tar Calabria si è interessato anche dell’intervento pubblico attraverso l’erogazione di contributi, un tema che “nella regione Calabria, per essere una di quelle con l’economia più depressa, assume un rilievo determinante”: lo scorso anno le sentenze emesse in materia di finanziamenti e contributi pubblici sono state ben 60. Inoltre, è scritto ancora nel report del presidente del Tar, “particolarmente rilevante è il contenzioso riguardante le procedure concorsuali e in particolare i problemi relativi alle modalità di presentazione delle domande, spesso caratterizzate da procedure complesse e di non sempre facile accesso”: in questo settore a parere di Salamone deve sempre essere privilegiato il principio della “par condicio”. Il presidente del Tribunale amministrativo regionale nella sua relazione ha parlato anche della materia elettorale, ricordando la decisione con la quale il Tar ha definito il giudizio relativo alle ultime Regionali in seguito a una dichiarazione di incostituzionalità di alcune norme della legge elettorale regionale impugnate dalla candidata alla presidenza Wanda Ferro, inizialmente esclusa dal consiglio regionale: “Con sentenza confermata poi in appello, il Tar – ha ricordato Salamone – ha ritenuto che dovesse essere proclamato eletto consigliere il candidato alla carica di presidente della Giunta regionale che ha conseguito un numero di voti validi immediatamente inferiore a quello del candidato eletto proclamato presidente”. Alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del Tar Calabria sono intervenuti, tra gli altri, il presidente dell’ordine degli Avvocati, Giuseppe Iannello, e il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri. Presenti molti rappresentanti istituzionali: tra questi, il prefetto di Catanzaro, Francesco Ferrandino, il presidente della Regione, Mario Oliverio, il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno.