REGGIO CALABRIA. “Il giorno delle elezioni è ormai imminente. In teoria sappiamo tutti che il voto è il massimo esercizio di democrazia e di libertà, perché decideremo noi chi ci dovrà governare. Con il voto noi ipotechiamo il nostro futuro. Spesso, però, nella pratica qualcosa non torna. Vi invito, pertanto, ad andare a votare”. Lo afferma mons. Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova in un messaggio ai fedeli. “È nostro dovere morale farlo – prosegue – perché astenersi significa lasciare decidere ad altri il nostro futuro. È nostro dovere farlo con coscienza e responsabilità, non lasciandoci ingannare da false promesse: diciamo un no forte al voto di scambio. È nostro dovere farlo con oculatezza: diciamo no ad un voto istintivo di protesta generalizzata, che condanna il passato ma non costruisce il futuro. Votiamo con uno sguardo volto al passato e uno al futuro. Non rinnoviamo la nostra fiducia a chi non l’ha usata bene. Promuoviamo chi ci garantisce, per moralità e competenza, lo sviluppo futuro, soprattutto della nostra Regione e della nostra città”. “Finora – afferma il presule – la politica non è riuscita a risolvere gran parte dei problemi della nostra Regione, anzi ne ha creati di nuovi. Diciamo no, pertanto, ai saccheggi perpetrati negli ultimi decenni. Votiamo chi potrà garantirci i diritti sanciti dalla Costituzione. Chiediamo il lavoro per i giovani. Le imprese vanno incentivate ad assumere con opportune politiche di detassazione del mercato del lavoro. Siano utilizzati appieno i fondi strutturali e i finanziamenti europei. Chiediamo di supportare e di attrezzare le Università. Anche la Scuola merita un’adeguata considerazione. La famiglia non va emarginata, non vanno trascurate le Politiche sociali e il giusto sostegno agli operatori del Terzo Settore. Sia affrontata con responsabilità anche la sfida dell’accoglienza”. “Nei limiti in cui questa legge elettorale ce lo consentirà dice ancora mons. Morosini – evitiamo di votare persone che non danno affidamento soprattutto in riferimento alla questione morale. Non lasciamoci corrompere da promesse, che sono solo connivenze con la corruzione. Un appello a chi ci governerà: facciano ogni sforzo per sconfiggere la criminalità organizzata, ma lo facciano pure con un buon governo e una retta amministrazione della cosa pubblica. Mi rivolgo, infine, a coloro che si definiscono cristiani. Chi pensa di esserlo lo dimostri, se eletto, con un impegno politico che sia veramente servizio. Anche da questo punto di vista, nel votare, diamo un occhio al passato e uno al futuro: lo richiede la perdita graduale dei nostri valori cristiani, anche dell’attività legislativa del nostro parlamento. Chi sarà disposto a lottare perché vengano garantiti?”.