Un grande polmone verde che fino a 15 anni fa era abbandonato a se stesso. Da decenni. All’inizio del Secondo Millennio, però, è fiorito – è proprio il caso di dire – in tutto il suo splendore. È il Parco della Biodiversità mediterranea, che ha richiamato l’attenzione di visitatori e organi d’informazione da tutta Italia e fatto incetta di premi e riconoscimenti per l’indiscutibile bellezza. L’idea di crearlo balenò nel 2002 all’allora amministrazione provinciale in carica che diede avvio alla riqualificazione delle terre e delle vecchie aziende della limitrofa Scuola Agraria Vittorio Emanuele II, sfruttando anche lo spazio riservato alla dismessa sede dell’Isef. Ecco allora che – dopo gli interventi necessari – il 21 marzo 2004, la struttura viene inaugurata. La sua imponenza e bellezza traspaiono immediatamente, “spalmate” in una mega-area di 60 ettari. Un ecosistema integrato nel tessuto urbano al cui interno convive una notevole varietà floristica e faunistica. Ma non ci si è limitati a questo, poiché è stato pure realizzato un impianto multitematico in cui la dimensione naturalistica si intreccia appunto con un’amplissima offerta culturale, sportiva, aggregativa e ludica. Oltre 45mila le piante presenti che fanno il paio con animali di ogni tipo, soprattutto specie ornitologiche, utili a renderlo un “angolo di Paradiso”, come premesso situato a meno di un paio di chilometri dal pieno centro cittadino. È la ragione per cui è universalmente considerato una cornice emozionante, anche grazie alla dotazione di un anfiteatro per eventi di particolare richiamo. Ecco perché, nei 14 anni in cui ha finora rappresentato un fiore all’occhiello per l’intero capoluogo e la Calabria tutta, l’interesse nei confronti del Parco è stato massimo a prescindere dalle compagini politiche che si sono alternate alla guida dell’ente intermedio a cui è demandata la gestione dell’area. Basti pensare all’estrema cura prestata al mantenimento dell’equilibrio ecologico dell’oasi con impiego di mezzi motorizzati elettrici a disposizione degli addetti in modo da non avere emissioni di gas inquinanti. Fra gli aspetti da mettere in rilievo anche il mancato impiego di antiparassitari; il riuso degli scarti di potatura per la creazione di compost verde utile alla concimazione delle piante; l’irrigazione a basso consumo d’acqua e l’esposizione di soli animali nati in cattività, dunque impossibilitati a vivere liberi. Tantissime inoltre le attrazioni: a cominciare da una vista mozzafiato, di cui si può godere mentre ci si incammina lungo i vari viali, sentieri da cui si ammirano perfino le splendide acque dello Ionio, mare cristallino che si scorge da 300 metri d’altitudine e da ben 18 km di distanza. Ma ci sono tanti altri buoni motivi per visitarlo: il percorso all’aperto di scultura contemporanea, con opere di fama internazionale; il Musmi, museo storico-militare; uno spazio per i giochi con piante zoomorfe; piazzetta Nassiriya, in cui sono ubicati un labirinto circolare e la voliera dei rapaci; lo slargo dedicato al celebre architetto Antoni Gaudì; la zona acquatica; i vialetti romantici come il tunnel degli innamorati, che i writers hanno arricchito con le loro creazioni artistiche; l’area fitness con la pista di pattinaggio; il Cras, centro per l’assistenza degli animali selvatici; le corsie riservate ai podisti e ai ciclisti amatoriali; il campo da bocce e le opere di cosiddetta ingegneria naturalistica, realizzate solo con pietre e legno.
M.P.